“The key is not the ‘will to win’…everybody has that. It is the will to prepare to win that is important.”

Questa è una delle frasi più celebri pronunciate da uno degli allenatori più vincenti di tutto il mondo cestistico: Bobby Knight, guru sulla panchina degli Indiana Hoosiers, con i quali ha vinto 3 titoli NCAA. Il primo fu quello più speciale, nel 1976: 32 vinte e 0 perse, il trionfo a Philadelphia contro Michigan.

1976-Indiana

A quasi 40 anni di distanza un’altra squadra da questo sabato potrebbe ripetere la tanto agognata “perfect season”, guarda caso proprio in Indiana, nel meraviglioso scenario del Lucas Oil Stadium: parliamo naturalmente dei Kentucky Wildcats.

Chissà cosa avrà pensato coach Calipari sul tiro carpiato di Jerian Grant (giocatore per cui impazzisco) dall’angolo all’ultimo secondo: sì perché dall’angolazione di Coach Cal non si capiva mica che la palla sarebbe andata distante dal ferro. Parabola buona, tiro abbastanza lungo, fantasma di Laettner che sorride e Bobby Knight saldo in una delle tante pagine della storia del college dove c’è il suo nome.

La palla sorvola il ferro, Kentucky è alle Final Four per la gioia di tutti i ragazzi che non avranno tagliato la retina dopo aver conquistato la SEC, ma che stavolta hanno davvero visto la loro carriera collegiale passare davanti come in un film.

Prima di Notre Dame i Wildcats avevano spazzato via tutti: sono semplicemente troppa roba, troppo grossi, troppo profondi e con una mentalità ( e qui si ritorna alla frase iniziale) di un gruppo che sa dove vuole arrivare.

NCAA Participants Approximate # Draft Eligible # Draft Slots # NCAA Drafted % NCAA to Major Pro* % NCAA to Total Pro^
18,320 4,071 60 47 1.2% 11.6%

 

Questa riportata è una statistica dell’NCAA: dei 18mila e oltre giocatori di college tra Division I e Division II, appena l’1,2% va in NBA. Dando un’occhiata ai mock draft di quest’anno, tra primo e secondo giro verranno scelti 7 giocatori di Kentucky. SETTE. Probabilmente 3 nei primi 10, prima scelta compresa.

Sono numeri assolutamente fuori dalla realtà, che hanno spinto diversi Analyst a ritenere che questa Kentucky può battere comodamente alcune squadre dell’Est (Spike non te la prendere, passerà anche questa). Towns è il lungo che più sta impressionando al torneo, contro Notre Dame è stato perfetto…le franchigie NBA si stanno sfregando le mani perché forse questo è davvero un 5 che può spostare al piano di sopra, dopo tante delusioni (ogni riferimento a Bynum è puramente casuale…)

Insomma, ci dovremmo preparare ad un trionfo annunciato, al più classico dell’history in the making. C’è un MA. Un “ma” rosso, supportato dai tifosi più caldi del Paese, da un allenatore che ha un conto in sospeso con la storia e da una coppia di bianchi che sta facendo impazzire gli appassionati di tutto il pianeta.

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I Wisconsin Badgers sono la squadra per cui la maggior parte di college fans disinteressati tiferà sabato: giocano bene, molto bene, Bo Ryan in panchina merita di vincere il titolo e la coppia Kaminsky/Dekker fa andar giù di testa. Il primo è un lungo tecnico come probabilmente nessuno nella nazione, bel tiro da fuori e movimenti di una fluidità alla Scola dei bei tempi.

Dekker è il mio giocatore preferito: sa fare tutto, per quelli che lo guarderanno la prima volta sabato immaginatevi un Mirotic con sfumature del Van Horn di Utah…o semplicemente gustatevi le sue penetrazioni proteggendo la palla come un running back, il tempismo a rimbalzo e un tiro mortifero dall’arco. Intorno a queste due future scelte NBA una squadra operaia con esterni ottimi tiratori e ali fisiche dalle mani educate come Hayes.

Hayes tra l’altro protagonista della trovata dell’anno: si sa che non si può vendere alcun tipo di merchandising NCAA, è proibito. E allora il giocatore di Wisconsin ha creato una maglia con le parole che lui e i suoi compagni si divertono a mettere in mezzo alle interviste in sala stampa per mettere in difficoltà gli stenografi. #geniopuro

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Wisconsin – Kentucky promette scintille e record di ascolti, ma quest’anno la follia marzolina ha deciso di non regalare niente alle possibili “cenerentole”. L’altra semifinale vede di fronte due college altrettanto prestigiosi, con altri due allenatori storici e vincenti come nessun altro: Duke – Michigan State è davvero per palati fini.

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LA VOGLIO. E voglio anche che in USA il mese di Marzo si chiami così, perché non importa il valore del proprio roster, ma Tom Izzo porta sempre, SEMPRE le sue squadre in fondo. Anno scorso fu fermato dalla squadra che poi vinse il titolo, UConn di Shabazz Napier. Quest’anno non c’è Rick Pitino che tenga, Michigan State doveva arrivare ad Indianapolis.

Squadra completa, con Trice playmaker e guardia aggiunta, Valentine alla round come pochi allenatori possono permettersi, Dawson un Draymond Green in potenza e veri guerrieri sotto le plance che non possono passare indifferenti ad un occhio minors (vedi Schilling e Costello soprattutto).

Ammetto di non restare indifferente a questa squadra insomma, se poi ci sono video del genere con featuring di altissimo livello…beh il cuore tende leggermente a diventare verde.

Duke d’altro canto è l’unica delle 4 squadre che non ha praticamente mai fatto fatica nei turni precedenti, giusto un piccolo parziale subito da Gonzaga nelle Final 8 probabilmente e poco altro.

Per vincere qualsiasi cosa si dice sempre che bisogna avere un asse play/guardia – pivot di assoluta importanza. Beh, Duke forse ha il meglio nei due ruoli: Justise Winslow è l’esterno che finora mi ha colpito maggiormente. Fisico statuario (1.98 x 102 kg), mancino diabolico, difensore scuola Duke che mette pressione e sfrutta da pro il campo aperto. Insomma, potrebbe essere un Avenger.

Jahill Okafor invece è a mio avviso la cosa più vicina a Tim Duncan che il college basket abbia  visto passare negli ultimi anni. Sicuramente esagero, ma questo ragazzo sa fare un po’ di tutto: ottimi fondamentali spalle a canestro (piango), grande lettura sui raddoppi che spesso subisce, presenza a rimbalzo anche se fisicamente deve ancora lavorare parecchio. Sulla materia prima però ci siamo eccome.

In tutto questo poi sulla panca dei Blue Devils si siede un signore di origini polacche che ha battuto il record di vittorie della Division I, arrivando a quota mille proprio quest’anno (a mille vittorie non ci arriva un umano nemmeno se somma i match al campetto).

mike-krzyzewski
Un Coach K sempre rilassato

4 squadre tra le più importanti di tutto il panorama cestistico collegiale, più di una dozzina di scelte NBA di quest’anno, i 4 coach vantano 27 Final Four e 6 vittorie al torneo, Lucas Oil Stadium da 67.000 spettatori tutto esaurito, un mondo intero che si fermerà a guardare… preparatevi ad arrivare al pranzo di Pasqua con le occhiaie, perché sabato notte dalle 00.09 inizia una delle Final Four più attese di sempre.

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About Author

Ivan Belletti

Anni 30 quasi 31, di Bologna, nella vita Agente di commercio... No dai scherzo, nella vita malato di basket. Gioco in prima divisione, dove sono devastante... al pub.
Seguo tutto quello che c'entra col campo 15x28: Nba, Eurolega, A1, A2, Silver, Gold, Purple, Brown.
Da grande voglio fare il Guru del basket. Sperando di non finire come quello della Guru.

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