di Marco Munno
e Donatello Viggiano
e Marco Pagliariccio
grafici di Fabio Fantoni

 

 

 

Dopo il lauto antipasto di Supercoppa, con il turno infrasettimanale parte l’edizione numero 98 del massimo campionato di pallacanestro italiano.

La valutazione sulle premesse con cui la Serie A prende il via non è banale: ad elementi che non inducono all’ottimismo se ne contrappongono altri che invece lasciano ben sperare. Da un lato, il fatto che si tratti di un torneo con un numero di squadre dispari palesa l’effetto delle difficoltà che più volte investono le partecipanti fuori dal campo. Dall’altro, nonostante siano ancora lontani i tempi in cui il campionato esprimeva squadre stabilmente nella top 5 del Vecchio Continente, è possibile notare un progressivo miglioramento dello spettacolo in campo, testimoniato anche dalla doppia affermazione nelle Coppe FIBA e il miglior piazzamento in Eurolega di un’italiana negli ultimi 5 anni. Per proseguire su questo sentiero, possiamo in quest’edizione constatare il ritorno sui parquet del Bel Paese di nomi di spessore assoluto nel basket continentale (e non solo) come quelli di Ettore Messina, Miloš Teodosić o Sergio Rodríguez.

A proposito di questa piccolo crescendo di competitività interna, andiamo ad evidenziare alcuni aspetti numerici relativi alle edizioni dell’ultimo lustro.

Partiamo dalle due quote di vittorie relative ai macro obiettivi di partenza del torneo: quella che ha assicurato la partecipazione ai playoffs e quella che si è rivelata utile per la salvezza. La prima è rimasta costante per poi alzarsi nell’ultima annata: unendo il progressivo aumento di vittorie ottenuto dalla prima squadra esclusa dalla postseason (dalle 13 del primo anno alle 16 dell’ultimo), appare chiaro come via via aumenti il numero minimo di successi da ottenere per assicurarsi un posto fra le prime otto. Se le squadre piazzate più in alto conquistano più vittorie, proporzionalmente diminuiscono le affermazioni per le compagini che riescono a salvarsi; inquadrata nel format del torneo di quest’anno che prevede due retrocessioni, questa tendenza illustra la difficoltà nello strappare la permanenza nella massima serie con l’aumento del peso specifico di ogni trionfo.

Per arrivare ad una situazione del genere, la strada perseguita sul campo è stata quella di adesione alle tendenze che ad ora contraddistinguono il gioco al massimo livello: aumento di tentativi di tiro e innalzamento del ritmo. Pur considerando variazioni contenute, dopo il crollo successivo alla stagione 14/15 (in cui lo scudetto andò alla Sassari caratterizzata dal run’n’gun), si è rilevato un aumento alternato riguardo ad entrambe le voci, prima di quello contemporaneo della scorsa stagione con un numero totale di punti messi a segno sempre maggiore.

L’aumento dei punti segnati da parte delle squadre ha ovviamente investito anche le individualità: considerando le migliori 5 medie realizzative delle stagioni considerate, nell’ultima tutti i marcatori considerati hanno almeno segnato 19 punti a gara così come solo due stagioni prima (nella 2016/17); tuttavia, è quella con più giocatori sopra quota 20 (ben 3, oltre ai 19.7 punti a partita di Blackmon molto vicini alla soglia).

Dato questo tipo di contesto, abbiamo perciò deciso di organizzare il nostro pronostico in fasce: dividiamo le compagini nel gruppo di quelle cercheranno di salvarsi, di quelle nel limbo fra salvezza e possibilità di inserimento nella zona playoffs, di quelle che paiono più attrezzate per la partecipazione alla postseason e di quelle che punteranno allo scudetto.

 


Salvezza

 

 

PESARO

(di Marco Pagliariccio)

Nuovi arrivi: Paul Eboua (Roseto, Italia), Federico Mussini (Reggio Emilia, Italia), Leonardo Totè (Jesi, Italia), Jaylen Barford (Greensboro Swarm, G-League), Federico Miaschi (Trapani, Italia), Zach Thomas (Opkapi Aalstar, Belgio), Henri Drell (Bamberg, Germania), Vasilije Pušica (Partizan Belgrado, Serbia), Tautvydas Lydeka (Tortona, Italia)

Conferme: Simone Zanotti

Probabile quintetto: Lydeka / Thomas / Eboua / Barford / Pušica

Coach: Federico Perego (Bamberg, Germania)

 

Nelle ultime sette stagioni, quelle successive alla semifinale firmata dalla banda Hackett, Jones & co., Pesaro si è piazzata cinque volte penultima e non è mai salita oltre il 12° posto. L’effetto spending review dopo la dipartita dello storico patron Scavolini si avverte ancora e, una volta di più, sarà una Vuelle che non può sognare allori. Sfida ardua affidata ad uno dei giovani coach emergenti italiani, l’ex delfino di Trinchieri Federico Perego, che a Bamberg ha portato a casa una Coppa di Germania senza però andare fino in fondo in Champions e campionato. Sarà stato il suo mentore a indicargli il suo nuovo regista, quel Vasa Pušica che al ritorno al Partizan dopo l’esperienza al college non è però riuscito a trovare grande spazio. Ha fatto da sé invece per Henri Drell, talentone estone che arriva proprio dal Brose per confrontarsi per la prima volta ad alto livello. I go-to-guy, però, saranno i due Usa: la combo guard Jaylen Barford ha dimostrato grandi doti da scorer in G-League, mentre l’ex Aalstar Zach Thomas è un’ala versatile, che può colpire da fuori e dare sostanza sotto le plance. «E’ anche laureato in ingegneria biomedica, come mia moglie. Sono perseguitato», ha aggiunto Perego.

Peccato che la vicenda DeJuan Blair abbia tolto il grande nome che poteva scaldare la piazza e costretto la società a virare, almeno per ora (il contratto è bimestrale), sul ritorno di Tau Lydeka, che dell’ultima Pesaro vincente fu una pedina secondaria ma comunque importante. Dalla panca, tanta gioventù italiana ma probabilmente anche maggiore profondità rispetto al recente passato. Federico Mussini è la “certezza”: a Pesaro cerca quella esplosione definitiva che continua a mancargli anno dopo anno. Ma occhio a Paul Eboua, che userà l’anno pesarese per lanciarsi verso il draft NBA, e a Leonardo Totè, tra i migliori italiani della A2 nella nefasta stagione di Jesi. L’ala Simone Zanotti è il trait d’union con l’annata scorsa, mentre per il classe 2000 Federico Miaschi la sfida è quella di replicare le buone cose fatte vedere a Trapani. Pescare il 5 giusto al posto di Lydeka potrebbe fare tutta la differenza del mondo.

Jaylen Barford

 

PISTOIA

(di Donatello Viggiano)

Nuovi arrivi: Angus Brandt (Wuhan Dangdai, Cina), Justin Johnson (Cagliari, Italia), Zabian Dowdell (Playmaker, Chalons Reims), Carl Wheatle (Biella, Italia), Aristide Landi (Virtus Roma, Italia), Lorenzo D’Ercole (Avellino, Italia), Andrea Quarisa (Verona, Italia), Terran Petteway (Sassari, Italia), Jean Salumu (Varese, Italia)

Conferme: Gianluca Della Rosa

Probabile quintetto: Brandt / Johnson / Petteway / Salumu / Dowdell

Coach: Michele Carrea (Biella, Italia)

 

Dopo la complessa stagione passata, salvata dalle vicissitudini amministrative di Torino, Pistoia riparte, all’insegna di nuove scommesse e poggiando sulle solide basi di un pubblico come sempre caloroso ed appassionato. Della Rosa l’unica conferma di un roster costruito necessariamente con oculatezza e che ha pescato a piene mani dal positivo ultimo ciclo biellese sia in campo che dietro la scrivania. Dall’Angelico, infatti, è arrivata la coppia ds – coach Sambugaro – Carrea (per entrambi si tratta di un debutto a questi livelli), cui si è aggiunto Carl Wheatle, esplosiva ala ventunenne di passaporto inglese ormai pronto per provare il grande salto. In uscita da Avellino tornerà utilissima l’esperienza di Lollo D’Ercole, mentre potrà giocare la Serie A guadagnata sul campo con la maglia della Virtus Roma Aristide Landi,  anni dopo l’esperienza bolognese e tanto apprendistato in A2, che l’ha trasformato in un solido rimbalzista e combattente, oltre alle note doti di buon tiratore dall’arco.

www.reportsport.it

Dowdell, Salumu e Petteway (per quest’ultimo si tratta di un ritorno) costituiscono un reparto esterni di livello, mentre le scommesse arrivano nel pitturato, dove Justin Johnson è reduce da un’ottima stagione a Cagliari (16.7 punti e oltre 9 rimbalzi a gara, solo tre volte sotto la doppia cifra), ma debutta in A1 e Angus Brandt, centro australiano alla prima esperienza nel basket europeo.
Detto del confermatissimo Della Rosa, il quarto lungo sarà Andrea Quarisa, prospetto di sicuro interesse ai tempi dello scudetto Under 19 con Treviso (2011), la cui ascesa è stata troppo spesso frenata da un paio di infortuni abbastanza gravi dai quali, tuttavia, è pronto nuovamente a ripartire.
Il campionato dei toscani inizia contro Trento, che di Petteway non ha un bellissimo ricordo: furono 43 in 37’ nel suo primo incontro opposto all’Aquila, con 10/14 da tre.

 

 

ROMA

(di Donatello Viggiano)

Nuovi arrivi: Jerome Dyson (Bnei Herzliya, Israele), Davon Jefferson (Capitanes de Arecibo, Porto Rico), Roberto Rullo (Cagliari, Italia), Mike Moore (Borås Basket, Svezia), Giovanni Pini (Fortitudo Bologna, Italia), Tomáš Kyzlink (Reyer Venezia, Italia), Liam Farley (Bowdoin College, NCAA), William Buford (Lavrio, Grecia), Kevin Cusenza (Fortitudo Roma)

Conferme: Tommaso Baldasso, Amar Alibegović

Probabile quintetto: Jefferson / Moore / Buford / Kyzlink / Dyson

Coach: Piero Bucchi (confermato)

 

Quattro anni dopo la dolorosa e mai del tutto digerita autoretrocessione in Serie A2, la Virtus torna in A nell’unica annata con tre promozioni. Confermatissimo coach Piero Bucchi, il mercato estivo ha, per forza di cose, modificato sensibilmente le strategie iniziali, a partire dal mancato rinnovo di Sims, ma l’asse play – pivot Dyson – Jefferson è decisamente collaudato a questi livelli e non dovrebbe far rimpiangere i due predecessori.

Attorno a loro il mix costruito dal ds Spinelli è di interesse e forti motivazioni, come quelle dei debuttanti Baldasso e Alibegovic, gli unici confermati rispetto al grande salto, e di Pini e Rullo, decisamente più maturi, in questo momento della loro carriera, a differenza delle precedenti esperienze in Serie A.

Tutto da scoprire l’impatto che potranno avere gli altri stranieri, tra i quali spicca sicuramente (già visto in Grecia, Francia e Germania) William Buford, arrivato in corso d’opera per sostituire l’infortunato Flatten, a cui si aggiungono le storie di Kyzlink, Moore e Farley. Il primo è reduce dal titolo di Campione d’Italia con Venezia, pur avendo giocato appena quattro minuti in tutta la stagione, ma merita un palcoscenico come la massima serie dopo aver macinato tanta gavetta in A2 tra Treviglio e Siena, riscoprendosi non solo grande atleta, ma anche realizzatore interessante.

Giovanni Pini – Foto Ciamillo/Castoria

Farley, figlio di William CEO della beauty company Zrii, è stato firmato ufficialmente dopo essere stato aggregato alla squadra nella scorsa stagione, mentre la storia più affascinante è probabilmente quella di Mike Moore. Arrivato in Italia tre anni fa in C Gold a Civitavecchia, si è confermato successivamente a e Boras (16 punti di media col 40% da 3), combinando tiro da tre punti ed una coordinazione atletica non indifferente per un giocatore della sua stazza. Adesso la grande chance, qualche chilometro più a sud di dove era iniziata la sua avventura professionistica in Italia.

www.civonline.it

 

 

CANTU’

(di Marco Pagliariccio)

Nuovi arrivi: Wes Clark (Brindisi, Italia), Kevarrius Hayes (Florida Gators, NCAA), Andrea Pecchia (Treviglio, Italia), Corban Collins (B.C. Lulea, Svezia), Jeremiah Wilson (Nantes, Francia), Yancarlos Rodriguez (Roseto, Italia), Alessandro Simioni (Imola, Italia), Jason Burnell (Jacksonville State, NCAA), Cameron Young (Quinnipiac, NCAA)

Conferme: Andrea La Torre, Gabriele Procida

Probabile quintetto: Hayes / Wilson / Pecchia / Young / Clarke

Coach: Cesare Pancotto (Poderosa Montegranaro, Italia)

 

Tante scommesse in campo, una certezza in panchina. Progetto intrigante quello che si è dato Cantù per una stagione che, si spera, sia meno turbolenta di quella appena conclusa almeno sul fronte societario. Un progetto affidato alle mani di Cesare Pancotto, che dopo aver traghettato Montegranaro a duellare con le big della Serie A2 ritorna ai livelli a lui più congeniali: quelli della Serie A. Nelle mani dell’esperto coach marchigiano un gruppo tutto da scoprire e da testare a questo livello. Il generale in campo sarà Wes Clark, che dopo una stagione a metà a Brindisi causa infortunio proverà a far rivedere le grandi cose degli anni del college con la maglia di Buffalo. 

[La prima storica vittoria dei Bulls in un torneo NCAA arrivata contro la Arizona di DeAndre Ayton nel torneo 2018: Wes Clark ci mette lo zampone con 25 punti con 10/14 dal campo, 4 rimbalzi e 7 assist]

Corban Collins ha fatto sfracelli in Svezia e ora potrà testarsi ad un livello più alto, mentre sotto canestro al duo di rookie Burnell-Hayes (recordman di stoppate in maglia Florida Gators, con tanti saluti ad Al Horford e Joakim Noah), si aggiunge il ritorno in Italia del talentuoso Jeremiah Wilson, che tanto bene fece in A2 a Imola un paio di stagioni fa. Interessante anche la scelta di pescare solo italiani dalla A2. La scommessa più importante (ma anche la più “sicura” per quanto fatto vedere a Treviglio) si chiama Andrea Pecchia, che avrà spazio nello starting five. Ma occhio anche al funambolo Yancarlos Rodriguez, che porta imprevedibilità sugli esterni, a un Alessandro Simioni che ha stazza e mano per incidere in attacco ma che è tutto da testare in difesa a un livello superiore. Tante scommesse da vincere per arrivare alla salvezza, ma Pancotto in panchina è il valore aggiunto.

No words needed

 


Fra salvezza e playoffs

 

 

TREVISO

(di Marco Munno)

Nuovi arrivi: Jordan Parks (Capo D’Orlando, Italia), Isaac Fotu (Ulm, Germania), Aleksej Nikolić (Partizan, Serbia), Charles Cooke III (Sioux Falls Skyforce, G-League)

Conferme: David Logan, Amedeo Tessitori, Davide Alviti, Matteo Chillo, Lorenzo Uglietti, Matteo Imbrò, Luca Severini

Probabile quintetto: Fotu / Parks / Cooke / Logan / Nikolić

Coach: Massimiliano Menetti (confermato)

 

Dopo sette stagioni di oblio, Treviso torna nella Serie A: l’Universo Basket completa la raccolta del testimone della Pallacanestro Treviso come rappresentante nel basket professionistico riportando una piazza di tradizione come quella trevigiana nella massima serie. Dopo il successo negli scorsi playoffs per accaparrarsi l’ultimo posto per la promozione disponibile, il proposito della società è stato quello della conferma di vari dei protagonisti della cavalcata vincente, integrati da innesti mirati. Se per Chillo e Uglietti quello nella massima serie sarà un esordio, si tratterà di un ritorno e per l’ex Virtus Bologna Imbrò, l’ex Eurobasket Roma Alviti, l’ex Pistoia Severini, lo storico coach a Reggio Emilia Max Menetti, ma soprattutto per Amedeo Tessitori e David Logan. Il primo è chiamato a proseguire il percorso di rapida crescita che lo ha portato dalla vittoria della A2 ad un posto fra i 12 azzurri al Mondiale dopo le prime infruttuose esperienze in A.

Il secondo, sebbene gli anni ormai passati dall’esperienza scudettata da leader di Sassari, è chiamato ad illuminare con la sua classe così come già fatto nella Coppa Italia di LNP vinta da MVP e nella corsa promozione di Treviso, che lo aveva riportato in Italia dopo l’esperienza in Corea.

[Gli effetti sonori da videogioco in campo però gli mancheranno]

Riguardo ai nuovi arrivi, innanzitutto è stato aggiunto uno dei migliori americani della scorsa Serie A2, quel Jordan Parks avversario proprio di Treviso nella finale dei playoffs con la canotta di Capo d’Orlando. Inoltre, salutato Elston Turner per far spazio a Cooke quale esterno nel quintetto, per occupare la casella di playmaker titolare è arrivato il campione d’Europa con la Slovenia nel 2017 Aleksej Nikolić, con la speranza che onori il suo idolo Harry Potter con qualche magia in campo. La palma di acquisto più esotico va però a Isaac Fotu, lungo neozelandese dalla capigliatura afro che tenterà di replicare in Italia il risultato sopra le aspettative grazie a buone prestazioni proprio come fatto con la sua Nazionale ai recenti Mondiali.

[Suo il canestro della vittoria per l’ultima affermazione nella rassegna mondiale della Nuova Zelanda sulla Turchia]

 

 

FORTITUDO BOLOGNA

(di Donatello Viggiano)

Nuovi arrivi: Rok Stipcevic (Lietuvos Rytas, Lituania), Kassius Robertson (Bayreuth, Germania), Ed Daniel (Peristeri, Grecia), Henry Sims (Virtus Roma, Italia), Nicolò Dellosto (Reggio Emilia, Italia), Pietro Aradori (Virtus Bologna, Italia), DeShawn Stephens (Hapoel Tel Aviv, Israele)

Conferme: Maarty Leunen, Stefano Mancinelli, Daniele Cinciarini, Matteo Fantinelli

Probabile quintetto: Sims (Stephens) / Leunen / Aradori / Robertson / Fantinelli

Coach: Antimo Martino (confermato)

 

Di nuovo in Serie A dopo dieci lunghissimi anni ed al termine di una cavalcata trionfale, la F di Antimo Martino è pronta a ritagliarsi un ruolo inedito, ma affascinante, di matricola / rivelazione della stagione. Le garanzie arrivano dalla conferma dell’ossatura portante (ad eccezione delle rinunce a Hasbrouck e Rosselli) che ha vinto il campionato, sulle cui fondamenta sono arrivati giocatori tutti già visti in Italia, con l’eccezione di Kassius Robertson, tiratore lo scorso anno a Bayeruth, dalle qualità atletiche insospettabili. 

La ciliegina sulla torta, ulteriore motivo di interesse al ritorno del derby in A, è senz’altro l’arrivo di Pietro Aradori (contratto quadriennale), occasione che la società del presidente Pavani non si è fatta sfuggire per garantirsi un attaccante affidabile per questi livelli, la classe di Leunen sarà il perfetto collante tra i vari ruoli, mentre l’infortunio a Sims (arrivato Stephens, ex Cagliari, in soccorso) è il contrattempo che guasta il ritorno nel massimo campionato della Bologna biancoblù.

No words needed (II parte)

La coppia di playmaker miscela le qualità perimetrali e l’esperienza di Stipcevic con l’imponente taglia fisica di Fantinelli, da cui ci si aspettano conferme dopo gli anni da assoluto protagonista in A2, Cinciarini e Mancinelli rappresentano l’usato sicuro di una panchina che si completa con il ritorno di Ed Daniel, uno dei due stranieri di quella F che arrivò fino a gara 5 della finale per la A, poi persa con Brescia, appena un anno dopo essere stata promossa. 

 

 

REGGIO EMILIA

(di Donatello Viggiano)

Nuovi arrivi: Simone Fontecchio (Milano, Italia), Derek Devonte Pardon (Northwestern University, NCAA), Dàvid Vojvoda (Szolnoki Olai, Ungheria), Reggie Upshaw (Andorra, Spagna), Giuseppe Poeta (Torino, Italia), Luca Infante (Eurobasket Roma, Italia), Josh Owens (Hapoel Gerusalemme, Israele), Gal Mekel (Zenit, Russia)

Conferme: Darius Johnson-Odom, Leonardo Candi, Alessandro Cipolla, Mouhamet Rassoul Diouf

Probabile quintetto: Owens / Upshaw / Fontecchio / Johnson-Odom / Mekel

Coach: Maurizio Buscaglia (Trento, Italia)

 

Scongiurati guai peggiori in una stagione da appena nove vittorie, il nuovo corso di Reggio Emilia (finalista scudetto nel 2015 e 2016) parte da pochi rischi e tantissime certezze. La prima è sicuramente in panchina, dove siederà Maurizio Buscaglia, tredici stagioni complessive da capo allenatore di Trento alle spalle e la fresca chiamata come commissario tecnico della nazionale olandese.

www.gazzettadireggio.gelocal.it

Il roster parla chiaro e mette insieme tanta esperienza (in cinque al di sopra dei trent’anni, con alcuni stranieri già passati per il nostro campionato) e freschezza e motivazioni, come quelle di Leo Candi e Simone Fontecchio, due italiani chiamati a recitare un ruolo da protagonisti dopo una stagione altalenante. Con Johnson-Odom (21.1 di media lo scorso anno) leader offensivo dichiarato e Owens (già alle dipendenze di Buscaglia a Trento) certezza nel pitturato, le chiavi della squadra sono nelle mani sicure di Gal Mekel (in Italia nove anni dopo Treviso) e del neocapitano Peppe Poeta, mentre da Luca Infante, suo conterraneo di ritorno alla Reggiana dieci anni dopo l’ultima volta, arriveranno minuti di qualità e la giusta esperienza ed ironia da mettere a disposizione dello spogliatoio. 

Pardon, Upshaw e Vojvoda sono i tre soli stranieri del tutto nuovi a queste latitudini, ma se il lungo americano inizia quest’anno la sua avventura da professionista, i suoi compagni sono facce già note ai nostri appassionati. Upshaw, ala dalla interessanti doti atletiche e di rimbalzista offensivo, si è fatto notare per i 29 punti messi messi a segno in una partita dello scorso anno di Eurocup contro Brescia, mentre Vojvoda, tre volte campione d’Ungheria e per la prima volta al di fuori della lega magiara, ha affrontato l’Italia di Sacchetti per due volte sulla strada dei mondiali, mettendo in mostra un tiro da tre punti da sempre marchio di fabbrica dell’ex Snolzoki Olaj.

Dávid Vojvoda

 

 

TRIESTE

(di Marco Munno)

Nuovi arrivi: Jon Elmore (Marshall, NCAA), Akil Mitchell (Boulazac Basket Dordogne, Francia), Giga Janelidze (Cagliari, Italia), Derek Cooke Jr. (Toronto 905, G-League), Kodi Justice (Stelmet Enea BC Zielona Gora, Polonia), Dequan Jones (Hapoel Holon, Israele)

Conferme: Artūrs Strautiņš, Matteo Da Ros, Hrvoje Perić, Daniele Cavaliero, Juan Manuel Fernández,  Andrea Coronica, Matteo Schina

Probabile quintetto: Mitchell / Da Ros / Jones / Justice / Elmore

Coach: Eugenio Dalmasson (confermato)

 

Riguardo al discorso delle due facce della medaglia fatto per l’intero campionato, la scorsa annata di Trieste ne rappresenta un perfetto esempio. Durante la passata stagione, quella del ritorno in A del basket nella città giuliana, le imputazioni al presidente dello sponsor principale hanno minato i bilanci della stagione in corso e la sopravvivenza futura della società. Di contro, i risultati ottenuti sul campo sono andati sopra le aspettative, con le cinque vittorie consecutive nella seconda metà del girone di ritorno ad aprire alla squadra le porte dei playoffs. Una partecipazione alla post season ottenuta mettendo in mostra un basket divertente e produttivo dal punto di vista offensivo, risultato a fine stagione regolare terzo per punti segnati e per assist a gara, nonchè primo per percentuale da 3 punti.
Nel ripartire quindi con il rinnovato assetto societario, non poteva esserci scelta diversa del rinnovo di contratto per il coach Eugenio Dalmasson, che nella sua nona stagione consecutiva a Trieste con la separazione fra Buscaglia e Trento diventerà il primatista solitario di annate in Serie A alla guida della stessa squadra.

Insieme al coach, confermato anche tutto il gruppo italiano: all’eterna giovinezza di Cavaliero e ai lampi del “Lobito” Fernandez fra le guardie si sommeranno in ala Strautiņš e Da Ros, attesi alla stagione della conferma in A dopo aver trovato una propria dimensione nella massima serie nello scorso torneo. Altra pedina importante per lo scacchiere triestino ad essere rimasta è Hrvoje Peric, punto di riferimento grazie alla sua classe ed esperienza. A loro il compito di agevolare l’inserimento dei nuovi arrivati: se DeQuan Jones in Italia si è già visto come ala a Cantù, gli altri due esterni destinati a partire titolari sono nuovi ai parquet italiani così come i due ragazzi ad alternarsi nello spot di centro in quintetto. L’ex allievo di coach Dan D’Antoni (il fratello di Mike), fuori un pò a sorpresa dall’ultimo draft NBA, John Elmore e il tiratore (nonchè ex arbitro di gare giovanili) Kodi Justice avranno il compito di tenere alta la pericolosità dall’arco di Trieste; Mitchell e Cooke non dovranno far rimpiangere la caratteristica staffetta sotto canestro fra Mosley e Knox. A fare la differenza per aspirare nuovamente a qualcosa in piú della salvezza potrebbe essere il fattore casa, con l’attaccamento alla maglia della cittá giá in questi anni a fare da propellente per la squadra.

 

 

VARESE

(di Donatello Viggiano)

Nuovi arrivi: Jeremy Simmons (Poderosa Montegranaro, Italia), Siim-Sander Vene (Gran Canaria, Spagna), Milenko Tepic (Paok, Grecia), Josh Mayo (Telekom Bonn, Germania), Jason Clark (Fraport Skyliners, Germania), L.J. Peak (Pistoia, Italia), Luca Gandini (Ravenna, Italia), Ingus Jakovičs (Ventspils, Lettonia)

Conferme: Giancarlo Ferrero, Matteo Tambone, Nicola Natali, Omar Seck

Probabile quintetto: Simmons / Vene / Peak / Clark (Jakovičs) / Mayo

Coach: Attilio Caja (confermato)

 

Budget contenuti uniti a motivazioni e forza delle idee: è questo il credo di Varese dietro le ottime stagioni precedenti, valse a coach Caja – che era subentrato sul finire della stagione 2016/17-  il rinnovo fino al 2022, che prolunga di altri due anni quello che la società, un anno e mezzo fa, aveva annunciato così.

Salutato l’intero quintetto base della passata annata, rispetto alla scorsa stagione si riparte dal fidatissimo nucleo di italiani composto da Ferrero, Tambone e Natali. Anche il mercato in entrata ha guardato quasi prevalentemente, con giusto un paio di eccezioni, a chi nel nostro campionato aveva già giocato. L’asse play – pivot è composto curiosamente da due ex Montegranaro, pur provenienti da società diverse e veste Josh Mayo della quarta maglia italiana (Virtus Roma e Scafati le altre, oltre alla Sutor), mentre vale il debutto, sfumato nella seconda parte della scorsa stagione, quando l’approdo a Reggio Emilia sembrava cosa fatta, di Jeremy Simmons. Peak e Vene sono testati a questi livelli, con l’ex Pistoia chiamato ad esprimere maggiormente il suo talento affiancato ad un giocatore solidamente in rotazione nel corso della scorsa in Eurolega ; da Tepic e Gandini, che debutta in A a 34 anni, arrivano solidità ed esperienza preziose in uscita dalla panchina. Gli unici due volti del tutto nuovi, come detto, per queste latitudini, sono Clark e Jakovics, che si giocheranno verosimilmente il posto di guardia titolare nello starting five a disposizione di coach Caja.

 

BRESCIA

(di Marco Munno)

Nuovi arrivi: Tyler Cain (Varese, Italia), Ken Horton (B.K. Astana, Kazakistan), DeAndre Lansdowne (Lowen Braunschweing, Germania), Tommaso Guariglia (Agrigento, Italia), Bronson Koenig (Vaqueros de Bayamón, Porto Rico)

Conferme: Luca Vitali, Awudu Abass, Brian Sacchetti, David Moss, Andrea Zerini, Tommaso Laquintana, Marco Ceron

Probabile quintetto: Cain / Horton / Abass / Lansdowne / Vitali L.

Coach: Vincenzo Esposito (Sassari, Italia)

 

Dopo le semifinali scudetto e la finale di Coppa Italia conquistata due stagioni fa, nella miglior annata della storia della società, quella passata ha rappresentato un deciso passo indietro per la Leonessa, fuori dai playoffs dopo un percorso avaro di soddisfazioni in Eurocup. Il ciclo legato a coach Diana, artefice dell’escalation che ha portato alla promozione nella massima serie e ai lusinghieri risultati ottenuti in A è stato dichiarato chiuso, con la panchina affidata a coach Vincenzo Esposito. Inoltre, dopo l’apporto insufficiente nel corso della scorsa stagione, è stato rivoluzionato il parco americani. Come centro titolare, dopo le difficoltà nella stessa posizione in quintetto nello scorso campionato, è arrivato Tyler Cain, secondo rimbalzista e candidato al premio di miglior difensore nello scorso torneo di A a Varese. Per giostrare al suo fianco è arrivato Ken Horton, ad aggiungere una dimensione al tiro alle caratteristiche di Cain ma anche in grado di integrarsi col resto del pacchetto lunghi. Fra gli esterni invece, se la scommessa su Bronson Koenig non è andata a buon fine, ben più salde sembrano le possibilità di riuscita per quella su DeAndre Lansdowne: inserito nel secondo miglior quintetto dello scorso massimo campionato tedesco, proverà a confermare la sua escalation partita dal Messico dopo i 4 anni di stop con il basket post università, così da firmare un altro capitolo di una storia personale finita addirittura in un documentario (“Basketball is everything”).

www.imdb.com/title/tt10666498/mediaindex?ref_=tt_mv_close

Il gruppo degli italiani invece è stato confermato in toto (ad esclusione di Matteo Caroli, sostituito da Tommaso Guariglia): saranno di nuovo in scena al PalaLeonessa la versatilità e l’esperienza di Brian Sacchetti e Andrea Zerini sotto i tabelloni, il fosforo di Luca Vitali e Tommaso Laquintana in regia e, in attesa del ritorno sui campi di Marco Ceron, l’atletismo di Awudu Abass in ala. Proprio quest’ultimo è risultata essere la nota più lieta nella scorsa stagione, dove ha fissato i massimi in carriera per punti, rimbalzi e assist guadagnandosi sempre maggior considerazione nelle gerarchie del campionato e arrivando infine al Mondiale con la maglia azzurra: le rinnovate ambizioni bresciane di tornare a respirare aria di postseason passano anche per la conferma del suo rendimento.

[Fuochi d’artificio non solo in attacco per Awudu]

 

 

TRENTO

(di Marco Munno)

Nuovi arrivi: Justin Knox (Trieste, Italia), Rashard Kelly (Parma Basket Perm, Russia), George King (Northern Arizona Suns, G-League), James Blackmon Jr. (Pesaro, Italia), Matteo Picarelli (Zurich, Svizzera)

Conferme: Davide Pascolo, Aaron Craft, Andrea Mezzanotte, Fabio Mian, Andrés “Toto” Forray, Luca Lechthaler, Alessandro Voltolini, Maximilian Ladurner

Probabile quintetto: Knox / Kelly / King / Blackmon / Craft

Coach: Nicola Brienza (Cantù, Italia)

 

Una delle peculiaritá del team trentino è quella della fidelizzazione reciproca coi propri componenti, che spesso porta i ragazzi giá protagonisti con l’Aquila dopo il passaggio a diversi lidi a tornare all’ovile.

Dopo Sutton, Pascolo, Hogue e Marble l’ultimo in ordine di tempo è stato nel corso della scorsa annata Aaron Craft, perno da cui Trento riparte.


Alle sue spalle da playmaker avrá ancora Toto Forray, guastatore dalla panchina, riconfermato insieme agli altri due storici Pascolo e Lechthaler; reduci dal campionato dello scorso anno sono anche Mian come cambio degli esterni e Mezzanotte come cambio in ala. Nel quintetto base si concentrano le novitá stagionali, coi 4 americani arrivati ai piedi delle Dolomiti. Due sono noti al pubblico italiano: Blackmon e Knox sono reduci da un ottimo scorso campionato di A. Il primo ha messo in luce le sue doti da realizzatore a Pesaro, con 19.7 punti a gara nonostante la presenza di un altro catalizzatore di palloni come McCree in un attacco complessivamente non spumeggiante; il secondo ha trovato continuitá di rendimento partecipando infine al suo primo playoffs nella massima serie. Kelly e Geroge King invece sono due esordienti sui campi del Bel Paese: il primo porterà intensità e presenza sotto i tabelloni come mostrato lo scorso anno da terzo rimbalzista assoluto nel campionato russso, il secondo porterà il tiro da fuori e la versatilità che gli valsero la chiamata a fine draft NBA del 2018.

Per una squadra che sembra poter contare su un maggior numero di soluzioni rispetto agli scorsi anni, dove la panchina corta ha rappresentato il principale tallone d’Achille, la principale novità è però un’altra. Alla guida, dopo 8 intense stagioni, non ci sará Maurizio Buscaglia; al suo posto siederà coach Nicola Brienza, che si è meritato l’occasione concessagli dal gm Trainotti (fresco di nomina di Responsabile dello Sviluppo delle Squadre Nazionali Maschili dall’Italbasket) dopo l’ottima stagione scorsa nel complicato contesto canturino.

 

 


Playoffs

 

BRINDISI

(di Donatello Viggiano)

Nuovi arrivi: Kelvin Martin (Virtus Bologna, Italia), Iris Ikangi (Verona, Italia), Raphael Gaspardo (Reggio Emilia, Italia), Antonio Iannuzzi (Varese, Italia), Riccardo Cattapan (Casale, Italia), Darius Thompson (ZZ Leiden, Olanda), Luca Campogrande (Avellino, Italia), Tyler Stone (Cantù, Italia), Bogdan Radosavljevic (Ulm, Germania)

Conferme: John Brown III, Adrian Banks, Alessandro Zanelli

Probabile quintetto: Stone (Radosavljevic) / Brown III / Martin / Banks / Thompson

Coach: Francesco Vitucci (confermato)

 

Si riparte da Banks, Brown e Vitucci, oltre ad Alessandro Zanelli. Poteva andare decisamente peggio dopo l’eccellente stagione scorsa (finalista in Coppa Italia, eliminata ai quarti da Sassari nei playoff) che ha fisiologicamente esposto i pezzi pregiati, primi tra tutti Moraschini e Chappell, a squadre e budget con cui era difficile competere. Ma il terzo posto in Supercoppa, dopo aver condotto anche di 22 e poi perso non senza polemiche contro i Campioni d’Italia di Venezia, testimonia già la bontà del lavoro fatto in sede di campagna acquisti, dove sarà interessante valutare l’impatto di un nutrito gruppo di italiani, tra i quali spiccano Campogrande, Gaspardo ed il ritorno di Iannuzzi.

Darius Thompson, play-guardia americano, non ha faticato a prendere confidenza con l’Europa, vincendo la Coppa d’Olanda con Lleiden e risultando il capocannoniere della Fiba Europe Cup, chiusa ad oltre 22.5 di media (high di 36), con 5 rimbalzi e quasi 4 assist, eliminato solo per mano di Sassari che poi avrebbe vinto la coppa.

Banks e Martin, ormai delle garanzie per questi livelli, chiudono un reparto esterni di talento e qualità, mentre John Brown è chiamato a confermarsi dopo l’eccellente stagione disputata lo scorso anno, al debutto nel massimo torneo italiano. L’infortunio occorso in amichevole a Stone terrà l’ex Cantù fermo per circa un mese (con Radosavljevic temporaneo rimpiazzo) e priva Vitucci di un quintetto bilanciato e ben assemblato, mentre una panchina tutta di italiani (Zanelli, Ikangi, Campogrande, Gaspardo e Iannuzzi) avrà la ghiotta chance di affacciarsi all’affascinante vetrina della Champions League, conquistata con merito la scorsa stagione.

[Originale il modo con cui John Brown ha annunciato la sua permanenza a Brindisi]

 

 

CREMONA

(di Marco Munno)

Nuovi arrivi: Matt Tiby (Buyukcekmece, Turchia), Jordan Mathews (FOG Naestved, Danimarca), Niccolò De Vico (Reggio Emilia, Italia), Nikola Akele (Roseto, Italia), Topias Palmi (Joensuun Kataja, Finlandia), Josip Sobin (Anwil Wloclawek, Polonia)

Conferme: Wesley Saunders, Travis Diener, Vojislav Stojanović, Michele Ruzzier, Giulio Gazzotti, Giacomo Sanguinetti

Probabile quintetto: Sobin / Tiby / Saunders / Mathews / Diener

Coach: Romeo Sacchetti (confermato)

 

Nella scorsa stagione la Vanoli Cremona ha cambiato il suo status: la conquista del primo trofeo societario con la Coppa Italia, la chiusura della regular season al terzo posto e dei playoffs in semifinale rendono la compagine cremonese non più una semplice sorpresa. Ovviamente la priorità è stata la conferma degli elementi che tanto bene avevano fatto nella scorsa annata: obiettivo centrato solo parzialmente, con le partenze del MVP Crawford e dei tre lunghi Mathiang, Aldridge e Ricci bilanciate dal rinnovo di Saunders e dal prolungamento di carriera per un’altra stagione di Travis Diener.

[Prevedere la permanenza di Travis si è rivelato un gioco da ragazzi, anzi da bambini]

Per fronteggiare gli addii, l’idea della società di patron Vanoli è stata quella di aumentare il numero di elementi da poter coinvolgere in rotazione, non partecipando a competizioni europee concentrando le proprie risorse su consolidamento e rafforzamento. Memori del successo dell’operazione Wesley Saunders, fra gli esterni sono andati a pescare sempre dal Joensuun Kataja Topias Palmi, MVP del campionato finlandese e, per restare ai Paesi Nordici, Jordan Mathews, secondo miglior marcatore del campionato danese (destinato a partire nello starting five). Con la permanenza dell’ottimo Ruzzier e dell’utile Sanguinetti fra i playmaker, le altre firme sono arrivate nelle posizioni di ala e fra i lunghi per dar manforte agli altri due confermati Stojanović e Gazzotti: nel primo caso con la coppia italiana De Vico – Akele, nel secondo con quella straniera Tiby (“Un bel boscaiolo”, per citare le parole del presidente, ma dotato anche nel tiro da fuori) – Sobin (arrivato dopo la rinuncia a Darrell Williams, non reputato in grado di reggere la fisicità del ruolo dopo i 15 chili persi in 7 mesi di dieta vegana).

Il compito di trovare la quadra in questo nuovo mix spetterà nuovamente al confermatissimo Sacchetti: nominato miglior allenatore dello scorso campionato, nonostante il raggiungimento dei picchi della passata stagione non sarà semplice, rappresenterà l’elemento di continuità per tentare di far bella figura anche nel torneo di quest’anno.

 

 


Fra playoffs e Scudetto

 

VIRTUS BOLOGNA

(di Marco Pagliariccio)

Nuovi arrivi: Vince Hunter (AEK Atene, Grecia), Giampaolo Ricci (Cremona, Italia), Kyle Weems (Tofas Bursa, Turchia), Frank Gaines (Cantù, Italia), Miloš Teodosić (Los Angeles Clippers, Nba), Julian Gamble (Hunan Jinjian Rice, Cina), Stefan Nikolic (Udine, Italia), Stefan Markovic (Khimki, Russia)

Conferme: Filippo Baldi Rossi, David Cournooh, Alessandro Pajola, Lorenzo Deri

Probabile quintetto: Hunter / Gamble / Weems / Markovic / Teodosic

Coach: Aleksandar Djordjevic (confermato)

 

Tornare grandi. Subito, magari non subitissimo, ma farlo. La firma di Milos Teodosic non è stata solo quella su un contratto, ma anche la certificazione di un motto nato come hashtag durante la marcia trionfale verso la Champions League: #TheOldEmpireIsBack. 

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Almeno nelle intenzioni, come aveva confermato l’ad Luca Baraldi all’indomani dell’acquisto della star serba: «Se andiamo ad acquisire le prestazioni sportive di Milos Teodosic non è che poi ci mettiamo a fianco micio micio bau bau». All’atto pratico, l’estate bianconera è stata più che turbolenta. Il tira e molla su Teodosic è stato estenuante e l’infortunio pre-Mondiali ha aumentato i dubbi sul perché un giocatore della sua classe non abbia trovato posto in Eurolega. Come “insurance guy” la Virtus è andata su un giocatore solido come Stefan Markovic, che ha già giocato sia insieme che alle spalle dell’ex Clippers in Nazionale. E nell’aria resta sempre l’opzione di aggiungere un settimo straniero da mandare in turn over per non spremere troppo l’acciaccato play da Valjevo. Poi la grana Aradori, con l’ex capitano tagliato che si accasa ai nemici della Fortitudo e nessun rimpiazzo ancora inserito, tra i dubbi su Alessandro Gentile e la tentazione Andrea Pecchia. Infine la scelta di lasciare la Champions League da detentrice per sposare la causa dell’Eurocup, chiara mossa nell’ottica di rendersi appetibile per una wild card di Eurolega nelle stagioni venture. Ma per quella serviranno anche i risultati, oltre a dimostrare solidità economica e societaria. E allora duellare per lo scudetto e fare strada in Europa sono quasi degli obblighi. Bella sfida per Sale Djordjevic, che a livello di club troppe volte si è fermato ad un passo dalla gloria. 

 

 

SASSARI

(di Marco Munno)

Nuovi arrivi: Miro Bilan (ASVEL Villeurbanne, Francia), Curtis Jerrells (Milano, Italia), Michele Vitali (Andorra, Spagna), Dwayne Evans (Ulm, Germania), Lorenzo Bucarelli (Cagliari, Italia), Jamel McLean (Lokomotiv Kuban, Russia), Paulius Sorokas (Spirou Charleroi, Belgio)

Conferme: Dyshawn Pierre, Marco Spissu, Daniele Magro, Stefano Gentile, Giacomo Devecchi

Probabile quintetto: Bilan / Evans / Pierre / Vitali M. / Spissu

Coach: Gianmarco Pozzecco (confermato)

 

Dall’era Sacchetti a Sassari l’atmosfera non era così elettrizzante. Con l’arrivo in panchina di Gianmarco Pozzecco, sul campo la Dinamo nella scorsa stagione ha incarnato il proprio nome mettendo in fila 22 vittorie consecutive e arrivando fino alla finale scudetto, con la conquista del primo trofeo europeo (la FIBA Europe Cup) della sua storia nel mezzo.

[Compresa nel pacchetto anche la giocata più bella dello scorso campionato di Serie A]

Dopo l’ottima annata alcuni dei protagonisti si sono diretti verso altri lidi. Nel rimpiazzarli il gm Pasquini ne ha sostituito alcune peculiarità: la potenza di Jack Cooley con la tecnica di Miro Bilan, la fisicità di Rashawn Thomas con l’atletismo di Dwayne Evans, un titolare come Jamie Smith con un giocatore abituato ad incidere da subentrante come Curtis Jerrells, l’esplosività di Tyrus McGee con la precisione al tiro di Michele Vitali, l’esperienza di Justin Carter con la freschezza di Lorenzo Bucarelli, la perimetralità di Achille Polonara con il gioco più interno di Jamel McLean.

Di conseguenza, il reparto lunghi che conta anche su Paulius Sorokas per ampliare le rotazioni in vista dell’impegno europeo e sulla conferma di Daniele Magro, ha assunto una dimensione più interna.
Anche per quanto riguarda gli esterni gli equilibri saranno leggermente diversi, con la promozione di Spissu al ruolo di playmaker titolare e un Vitali da inserire di fianco ad un Pierre atteso ad una conferma dopo la superba chiusura della scorsa stagione. Inoltre, dalla panchina non usciranno solamente i confermati Stefano Gentile (ottimo durante gestione Pozzecco) e l’eterno Jack Devecchi ma anche un Curtis Jerrells che col premio di MVP nella Supercoppa di questo weekend ha messo in mostra quanto possa dare alla causa.

Foto Giulia Pesino / Ciamillo-Castoria

Proprio la Supercoppa ha mostrato comunque come, al di là dei cambi effettuati, i nuovi automatismi siano già a buon punto: la doppia vittoria in overtime e il successo finale hanno dato ulteriore riprova della compattezza della comitiva sarda.

[Attestazione della concordia del gruppo è coach Poz ancora impegnato nelle sfide al tiro coi ragazzi]

 

 

VENEZIA

(di Marco Munno)

Nuovi arrivi: Ike Udanoh (Avellino, Italia), Jeremy Chappell (Brindisi, Italia), Ariel Filloy (Avellino, Italia), Francesco Pellegrino (Udine, Italia)

Conferme: Mitchell Watt, Michael Bramos, Stefano Tonut, Julyan Stone, Gašper Vidmar, Austin Daye, Andrea De Nicolao, Valerio Mazzola, Bruno Cerella, Davide Casarin

Probabile quintetto: Watt / Udanoh / Chappell / Tonut / Stone

Coach: Walter De Raffaele (confermato)

 

Squadra che vince non si cambia. Così dice la saggezza popolare, e a quella si è appellata nuovamente la Reyer Venezia così come nelle ultime tre annate, quelle che hanno portato nelle bacheche societarie un trofeo a stagione. Con 9 conferme dal roster dell’anno passato (oltre all’inserimento in pianta stabile in prima squadra dal proprio settore giovanile dell’azzurrino Casarin) diventa più facile contare chi è andato via: con Biligha, Kyzlink, Giuri, Kennedy e Washington visti in campo col contagocce, l’unica perdita di peso nella rotazione è quella dell’ormai ex capitano nonchè miglior assist man nella storia della società Marquez Haynes. Al suo posto un altro veneziano di ritorno: Ariel Filloy, che coi suoi tiri pesanti marchiò a fuoco il primo successo dell’ultimo triennio della Reyer.

[Come suo solito, anche qualche circus shot all’epoca per Ariel Filloy]

L’asse Avellino-Venezia non ha visto soltanto Ariel protagonista in questa sessione di mercato: fatto salvo l’arrivo di Pellegrino (successivo all’infortunio che terrà fuori Mazzola per la prima parte di stagione), anche gli altri due nuovi arrivi sono legati ai campani. Ike Udanoh, difatti, ha concluso la scorsa stagione in Irpinia dopo l’inizio a Cantù: con buona propensione all’assist oltre che a punti e rimbalzi, rinfoltirà il reparto lunghi (anche in vista dell’impegno in Eurocup) potendosi disimpegnare sia da lungo di riferimento che in appoggio ad esso.

L’altra nuova firma, quel Jeremy Chappell ormai vecchia conoscenza dei parquet italiani, era invece stato annunciato come rinforzo per questa stagione proprio da Avellino prima della mancata iscrizione in A. A loro il compito di aggiungere contributo ad un gruppo collaudato ma con aggiornamento delle gerarchie interne (vedasi la promozione in quintetto di Tonut), così da restare ai vertici nonostante il rafforzamento della concorrenza: sempre che non si facciano trovare impreparati…

 

 

MILANO

(di Marco Munno)

Nuovi arrivi: Aaron White (Zalgiris, Lituania), Riccardo Moraschini (Brindisi, Italia), Paul Biligha (Venezia, Italia), Sergio Rodríguez (Cska, Russia), Shelvin Mack (Charlotte Hornets, Nba)

Conferme: Artūras Gudaitis, Jeff Brooks, Vlado Micov, Nemanja Nedović, Kaleb Tarczewski, Amedeo Della Valle, Andrea Cinciarini, Christian Burns

Probabile quintetto: Gudaitis (Tarczewski) / Brooks / Micov / Nedovic / Mack

Coach: Ettore Messina (San Antonio Spurs, Nba)

 

Dopo la terza volta consecutiva in cui è stato mancato il bis scudettato, in casa milanese i cambiamenti sono stati profondi, a partire da quelli dirigenziali. Christos Stavropoulos è diventato il nuovo general manager e soprattutto è stato riportato in Italia Ettore Messina, nell’inedito ruolo in Serie A di presidente delle “Basketball Operations” oltre a quello di capo allenatore.

Il passo dopo ha riguardato la composizione del roster, dove il numero delle conferme è stato corposo, compresa quella di un Della Valle che sembrava un piede e mezzo già fuori dal Forum. Oltre all’interruzione dell’esperienza milanese dei meno impiegati Omic, Fontecchio e Jerrells, si è concretizzata la separazione da Nunnally, Kuzminskas e dal discusso Mike James, uno dei giocatori di maggior talento visto nel corso della presidenza Armani; il volto principale della campagna acquisti è comunque altrettanto di spessore, dal profilo barbuto di Sergio Rodríguez.

[Durante la preparazione sono già arrivati i primi lampi di Chachismo]

Sebbene riempiano gli occhi, le magie del Chacho non devono distogliere l’attenzione dagli altri nuovi arrivi in casa meneghina: Aaron White e Michael Roll sono role players abituati ai palcoscenici di Eurolega (ma, come mostrato quest’estate contro il Giappone da Roll, anche in grado di incidere nei finali di gara), Shelvin Mack a quelli NBA. Inoltre, nel parco italiani Riccardo Moraschini ottiene la sua prima chance in un club di primissimo livello dopo essere risultato miglior italiano dello scorso campionato di A, mentre Paul Biligha (come la prestazione al Mondiale da stopper di Marc Gasol insegna) è pronto alle chiamate per missioni ad hoc.

Foto MarcoBrondi / CIAMILLO-CASTORIA

Globalmente si tratta di un mix che presenta meno talento individuale puro rispetto alla scorsa stagione, ma che sembra costruita avendo chiare le gerarchie di partenza, in cui si inseriscono le conferme di Micov e Della Valle per specifici compiti offensivi (in attesa che Gudaitis e Nedovic risolvano i propri problemi fisici) e Brooks e Burns per quelli difensivi, oltre a quelli di capitano per Cinciarini.

Insomma, un gruppo a cui è chiesto un salto dal punto di vista dell’atteggiamento ma che per numero e qualità di alternative non può che essere accompagnato dai favori del pronostico: d’altronde, per mancare più volte il bis di successi bisogna sempre aver conquistato il primo.

A proposito di mentalità, Mack sfoggia la sua non solo in campo, ma anche fuori

 

 


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