Sì, avete letto bene il titolo: ‘the Porno Player’ é il soprannome che il popolo di internet ha deciso di affibbiare al buon Jorge Garbajosa in coincidenza del suo sbarco nella National Basketball Association. Il ‘rationale behind’ é il fatto che, sul parquet, lo spagnolo “é in grado di fare tutto oscenamente bene.

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Eppure, un tempo, non era così: nei primi 5 anni della sua carriera da professionista (precisamente dal 1995 al 2000) infatti, quando era in Spagna e militava nelle file dell’allora Tau Vitoria, Jorge Garbajosa tirò una sola volta da tre punti.
Come se non bastasse, quell’unico tentativo (non andato a buon fine) era addirittura stato semi-accidentale: una preghiera lanciata sulla sirena e senza troppa convinzione (stagione 1999-2000).

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Spostatosi in estate alla corte dei verdi di Treviso, Jorge decise di aggiungere un’ulteriore arma al suo arsenale e si mise di buona lena a lavorare sul tiro dalla lunga distanza.

L’impegno profuso produsse i suoi frutti: nella prima stagione targata Benetton furono ben 28 le triple mandate a bersaglio, su un totale di 49 tentativi, per una percentuale del 57%.

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Questa freccia aggiuntiva non fu saltuaria, ma entrò in pianta stabile nella sua faretra: nella finale dei mondiali FIBA del 2006 contro la Grecia, ad esempio, Jorge mise a referto ben sei bombe, contribuendo non poco alla comoda vittoria finale.

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Non solo triple ovviamente: una gran presenza difensiva e sotto le plance rimase il suo marchio di fabbrica, alla quale anno dopo anno si aggiunse una solidità ed affidabilità offensiva che lo rese un campione.

Una descrizione piuttosto calzante é quella che ne fece Maurizio Gherardini, affermando:

“E’ uno dei più grandi esempi di giocatore che abbia sviluppato il suo gioco fondandolo sul duro lavoro e sul sacrificio, affermandosi senza una grande base di talento puro. E’ cresciuto anno dopo anno, vivendo all’insegna di due caratteristiche dei veri campioni: l’essere affamato e l’essere umile. Persino in passato, dopo due titoli vinti nel campionato italiano, quando gli prospettarono la possibilità di andare nella NBA, fu talmente modesto da pensare probabilmente che non fosse abbastanza bravo per potersi permettere il salto.”

Dubbio che poi lo stesso Jorge ha sciolto una volta attraversato l’Oceano:

“Alla fine, il basket é lo stesso dappertutto. Coach, compagni e città sono nuovi, ma il basket é sempre lo stesso”.

Sebbene la descrizione del GM che Garba ha avuto al proprio fianco in Italia ed in Canada sia piuttosto fedele, credo che nulla sia più emblematico e significativo del video che state per vedere:

Tripla, stoppata (su Rudy), assist, stoppata, tripla in transizione, rimbalzo… Il tutto in 60 secondi scarsi. In poche parole, la capacità di caricarsi la squadra sulle spalle e di impossessarsi della partita in senso totale, in entrambe le metà campo.

E va bene, ne abbiamo decantato le lodi in lungo e in largo: Jorge é uno che ce l’ha sempre messa tutta e che ha lavorato tantissimo per migliorarsi e diventare un giocatore completo…

Ma, visto che é stato anche un giocatore NBA, un po’ di svago non lo concediamo anche a lui?

JORGE+GARBAJOSA
Tanto lo so che il dubbio che vi assilla dall’inizio non ve lo siete tolto: “non é che quel soprannome ha a che vedere anche con doti o performance extra-cestistiche?”.
A voi l’ardua sentenza. Intanto, a scanso equivoci, mettete i bimbi a nanna: é l’ora del Porno Player

…Oppure metteteli davanti alla tv a guardare questo lungo capace di scrivere uno dei finali di partita più entusiasmanti di sempre:

 

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Valerio D'Angelo

Ingegnere romano malato di palla a spicchi. Lavoro a WhatsApp (ex-Google, ex-Snap, ex-Facebook) e vivo a Dublino, in una nazione senza basket, dal 2011. Per rimediare ho scritto il libro "Basket: I Feel This Game", prefazione del Baso. Ho giocato a calcetto con Pippen e Poz, ho segnato su assist di Manu Ginobili, ho parlato in italiano con Kobe in diretta in una radio americana e mi e' stato chiesto un autografo a Madrid pensando fossi Sergio Rodriguez.

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