Con la stagione NBA alle porte, in partenza il 17 Ottobre, e specialmente dopo un’estate particolarmente frizzante dal punto di vista del mercato, non poteva mancare una piccola guida per tenerci aggiornati su quelli che saranno i roster della stagione 2017/18.

Per farlo, ho preso in esame le cifre dello scorso campionato e con le nuove formazioni ho stilato un piccolo prontuario per ognuna delle 6 division.

Chiaramente, essendomi basato sui dati della stagione 2016/17, in queste liste non compaiono nè i Rookie (alla faccia di LaVar Ball) nè giocatori che possono avere saltato la passata stagione per varie ragioni, come infortuni (Ben Simmons) o militanza in altri campionati esteri.

Per ogni squadra, troverete due grafici nei quali sono rappresentate 4 informazioni statistiche:
– Player Efficiency Rating (PER): per chi non lo conoscesse, corrisponde in maniera molto più accurata alla “nostra” valutazione ed indica in termini assoluti la produzione di un giocatore tarandola anche sul numero di minuti giocati
– Usage %: rappresenta una stima della percentuale di azioni della squadra che sono state condotte dal giocatore in questione mentre era sul campo (Westrbrook ad esempio ha un valore di 41,7%)
– Minuti per partita
– Punti per Partita

Il primo grafico combina le prime 3 metriche e mostrerà in alto a destra giocatori che giocano molti minuti e “controllano” gran parte del gioco, come Westbrook appunto, mentre un Otto Porter di turno sarà presumibilmente collocato in basso a destra per via dell’alto minutaggio combinato con un gioco molto più di supporto (e quindi con un USG% inferiore).
La dimensione del cerchio rappresenta infine il valore del PER: più è grande, più la produzione sarà stata alta.

Il secondo invece, ordina i componenti delle squadre per punti a partita abbinando un colore più orientato al blu scuro nel caso dei migliori realizzatori e che invece si sposta sull’azzurro per chi segna di meno.
Noterete che ogni giocatore, è rappresentato con lo stesso colore in entambi i grafici in modo da rendere più chiaro il legame tra le due informazioni.

In aggiunta, passando con il puntatore sopra al valore di un giocatore in un grafico, si evidenzierà il valore dello stesso giocatore nell’altro grafico.

 

HAWKS


In una parola: ricostruzione.
Partito Millsap, le carte in tavola sono più che chiare e lo scambio di Dwight Howard ne è stato la conferma finale.
Tutto quello che potrà succedere, passerà per le mani di Dennis Schroder, chiamato ad una specie di consacrazione se non fosse altro perchè ha tutto per fare bene: età giusta, fisico ed esperienza (vedi anche i recenti Europei).
Spiace dirlo, ma dando un’occhiata al roster, pare ci sia davvero poco più di un gruppo di giocatori che altrove farebbero comodo partendo però come riserve.
Capitolo Belinelli: peccato per il sistema che fino all’anno scorso sembrava una succursale degli Spurs e nella quale avrebbe sguazzato; resta il fatto che potrebbe trovarsi con moti più minuti del previsto e le sue cifre potrebbero di conseguenza salire più del previsto. Speriamo bene!

HEAT


L’anno scorso sono stati la sorpresa del campionato senza ombra di dubbio.
Che sia stata solo una coincidenza astrale? Supponiamo per un attimo che non sia così.
Situazione interessante, ben descritta dalla moltitudine di giocatori nel quadrante in alto a destra del grafico (quindi minutaggio mediamente alto così come il coinvolgimento nella gestione delle giocate di squadra)
Di vere superstar non se ne parla per ora, però Miami potrà contare su un gruppo di 7-8 elementi tutti in grado di contribuire attivamente alla causa e al loro sistema basato più sul collettivo che sulle individualità.
Due eccezioni: Dragic sarà chiamato a riconfermarsi, specie anche dopo un Europeo trionfale, mentre per Whiteside bisognerà capire se potrà compiere l’ulteriore salto di qualità per affermarsi come uno dei primi centri della Lega non solo dal punto di vista difensivo.
Le premesse per fare bene ci sono, a Spoelstra il compito di riuscire a stupire una volta di più.

HORNETS


Squadra enigmatica se ce ne è una.
A tratti la scorsa stagione hanno prodotto buone cose, ma non è stato abbastanza. In estate hanno deciso di rischiare con la mossa Dwight Howard e sperano di essere ripagati più di quanto non abbiano raccolto gli Hawks.
Fatta eccezione per Kemba Walker, unica vera star designata, ci sono altri 7 giocatori in grado di andare sempre in doppia cifra di media.
Presumibilmente, visto il profilo duttile di tutti gli elementi della rotazione, non dovrebbero esserci problemi nella gestione di un roster che si dividerà minuti in maniera bilanciata.
Se Howard dovesse ritrovare parte del suo vecchio smalto, il terzetto con Walker e Batum sarebbe tutt’altro che male, specialmente nella Eastern Conference in cui il talento latita.

MAGIC


Cantiere aperto, per non dire apertissimo.
L’estate scorsa l’arrivo di Ibaka avrebbe dovuto portare quel contributo di leadership che tanto servirebbe al gruppo di giovani di Orlando. Il prezzo da pagare si chiamava Victor Oladipo, non esploso come forse il front-office si aspettava, ed è stato pagato.
Purtroppo, l’esperimento Ibaka non ha funzionato, ma ora i Magic si ritrovano con un Terrence Ross in più da inserire in una rotazione decisamente votata alla corsa trainata dalla strana coppia Payton-Fournier, con Gordon e Vucevic a completare uno starting five di belle speranze.
Probabilmente, la cosa che andrebbe capita è chi possa diventare leader di questa squadra. Potenzialmente tra i cinque migliori marcatori potrebbe esserci materiale per fare un salto di qualità, ma sarà abbastanza?
Nota di rilievo per Speights che già in una squadra con gerarchie più delineate come i Clippers tirava tutto quello che gli capitava per le mani. Ad Orlando farà la chioccia o sarò un crack silente per tutti i fanta-allenatori?

WIZARDS


Attenzione a Washington.
Giustissimo concentrare l’attenzione al dualismo Cavs-Celtics, specie alla luce dello scambio che ha coinvolto Irving e Thomas, ma non va dimenticato che gli Wizards hanno semplicemente confermato la squadra che l’anno scorso si è giocata più che degnamente l’accesso alla finale di conference con Boston.
A differenza delle due favorite, non ci sarà bisogno di scoprire nessuna chimica particolare
Basterebbe anche solo ripartire da dove ci si è fermati, trascinati dalla coppia Wall e Beal (inaspettatamente affiatati) e dai loro 23 punti a testa, con il tuttofare Porter a sostegno del duo Morris-Gortat sotto canestro (ma non troppo).
Quintetto collaudatissimo e panchina funzionale potrebbero essere gli ingredienti per il mal di pancia delle dirette rivali.

 

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Fabio Fantoni

Nonostante sia stato una delle più grandi promesse della storia, quando si parla di basket sono decisamente più dominante davanti ad un computer. Specie se "do i numeri"

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