articolo di Marco Pagliariccio e Raffaele Ferraro
Strenghts in numbers di Luca Cappelletti
grafica di Davide Giudici

Dieci giorni in cui ci si gioca una stagione. Partono stasera i playoff di Eurolega, una guerra di logoramento per decidere le fantastiche quattro che voleranno alla Final Four di Belgrado. Ancora una volta il Cska ha chiuso da dominatrice, il Fenerbahce stavolta ha ingranato prima, gli infortuni hanno fiaccato ma non ucciso il Real, le greche ed il Baskonia sono sempre lì, le esordienti Zalgiris e Khimki sono pronte a fare lo scherzone… Tanti temi, tante sfide, abbiamo provato ad analizzarle mettendoci nei panni degli staff tecnici delle otto formazioni arrivate fin qui, immaginando le loro scelte tecnico-tattiche e le analisi dei numeri delle sfide. Enjoy!

 

CSKA MOSCA (1°)-KHIMKI (8°)

  • In regular season: 2-0 (Cska-Khimki 79-68, Khimki-Cska 73-90)
  • Top scorer: De Colo 17,2; Shved 21,4
  • Top rebounder: Clyburn 5,7; Robinson 6,1
  • Top assistman: Rodriguez 4,8; Shved 5,2
  • Gara 1: martedì 17 aprile ore 19, Megasport Arena, Mosca
  • Gara 2: giovedì 19 aprile ore 19, Megasport Arena, Mosca
  • Gara 3: mercoledì 25 aprile ore 19, Arena Mytishchi, Mytishchi
  • Ev. Gara 4: venerdì 27 aprile ore 19, Arena Mytishchi, Mytishchi
  • Ev. Gara 5: martedì 1 maggio ore 19, Megasport Arena, Mosca

 

Khimki, ti batto così 

Dimitris Itoudis, coach Cska

Primo e fondamentale input: non dobbiamo fare mai in modo che ci credano, specie nelle prime due partite in casa nostra. Vengono da un periodo difficile, recuperano proprio ora qualche infortunato che non sarà al 100% e quello di cui hanno bisogno è ossigeno e speranza. Noi non dobbiamo darglielo. Mai!

Gara 1 deve essere uno statement: stiamo aggressivi sui piccoli, Chacho tu prendi Markovic dalla rimessa, è importante che gli facciamo perdere secondi importanti prima dello sviluppo dell’azione. E’ una squadra che vive di fiammate soprattutto di Shved. Facciamo valere il nostro esatto opposto: noi siamo continui. Cerchiamolo di esserlo su tutti i 40 minuti sia in attacco che in difesa. In attacco facciamo le nostre solite cose, niente di diverso. Forziamo il pick’n’roll tra i piccoli, così sui cambi sia Chacho che Nando non devono sempre vedersela col miglior difensore. Dopo il rimbalzo, due passaggi e andiamo di là, se abbiamo un buon tiro prendiamolo sempre nei primi 10 secondi dell’azione, come al solito: giochiamo tanti possessi, non facciamoli mai sistemare in difesa. Partire subito forte, è pericoloso portarsi dietro il Khimki perché ha giocatori che si esaltano nei momenti caldi del match. Liberiamo un quarto di campo ogni volta che Clyburn non è marcato da Honeycutt: non hanno un giocatore che può fermarlo in uno contro uno. Will, fai le tue solite cose, forza anche l’uno contro uno da lontano portando il difensore sotto canestro e giocandotela spalle. Stessa cosa con Nando: cerchiamolo in post quando è marcato da uno più piccolo di lui.

In difesa il pericolo numero uno è Shved: bisogna mettergli le mani addosso dal primo minuto, Chacho e Higgins sanno cosa intendo, ed anche Kurbanov: fagli sentire il fisico quando ti metto a uomo su di lui.

Spingiamolo dentro per mandarlo contro i nostri lunghi: lui è figlio del tiro da tre punti, neghiamoglielo. E poi non voglio andare in rotazione perché sia lui che Jenkins sono bravi a trovare l’extrapass. Su Thomas e Robinson non facciamo nulla di eccezionale. Neghiamogli lo smile perché solo da lì sono pericolosi. Hunter, Khryapa, Vorontsevich è roba per voi. Attenzione ai rimbalzi in attacco, in particolare di Honeycutt e Gill: li prendono in corsa arrivando da lontano, bisogna assolutamente tagliarli fuori forte. Vivono di tiro da 3: ne prendono quasi 28 a partita con un discreto 35%. Lo sapete, tranne Robinson, tirano tutti. E vanno in fiducia se segnano. Spingiamoli dentro, facciamoli entrare in area, cambiamo piccoli con piccoli per essere sempre aggressivi, sui pick’n’roll piccolo-lungo, i nostri lunghi escano sempre forte uno, anche due passi. Ragazzi, dobbiamo semplicemente fare le nostre cose. Eseguire, eseguire, eseguire. Siamo il Cska, abbiamo vinto la regular season, chiudiamo subito la serie che Belgrado ci aspetta.

 

Cska, ti batto così

Georgios Bartzokas, coach Khimki

Cosa dovrei dire per motivarvi? Abbiamo portato questa società per la prima volta nella sua storia nelle prime otto d’Europa, siamo arrivati qua a giocarcela senza pressione e abbiamo davanti una squadra che ci ha sempre rotto il culo. Quattro partite, due di Eurolega e due di VTB, quattro sonore lavate di capo. Pensare di vincerne tre contro questi qua in due settimane sembra impossibile, ma pensiamo partita per partita, tanto più che il fattore campo non è che ci penalizzi granché.

In attacco: stiamo sul pezzo, limitiamo quelle pause nelle quali alziamo le gambe ed abbassiamo le braccia. Come nelle altre partite, sacrificheranno Higgins e Kurbanov su Shved, gli faranno sentire il fisico. Ma potremmo avere un piccolo aiutino dalla nostra: Hines dovrebbe mancare (anche se lo conosco bene e farà di tutto per esserci) e senza di lui sicuramente faticano molto di più a livello difensivo, specie sul pick’n’roll. Perché se poi cambiano (e lo fanno spesso) e tiriamo fuori Hunter o Vorontsevich possiamo trovare vantaggi interessanti, sia sull’1 vs 1 con Shved, Markovic e Anderson che con gli scarichi per i nostri tiratori o i lunghi che rollano dentro, specie quando sono marcati da Rodriguez. Attacchiamo con convinzione il ferro: a volte hanno delle pause a livello mentale, staccano dalla partita per qualche minuto, anche se sono molto cresciuti su questo aspetto rispetto agli anni passati. Ma è in quei minuti che li dovremo azzannare.

In difesa: lo so, è un’impresa fermare quella che è forse la squadra che esprime il miglior basket d’Europa. Ma se tengono la partita ai 90 punti, come fanno di solito, non ne veniamo fuori. Jenkins, devi lavorarmi su De Colo. È più alto di te e quindi potrebbe provare a portarti spalle a canestro (cosa che gli piace fare): nel caso lunghi pronti a staccarsi dal lato debole e intasiamo l’area.

Lo so, coi piedi per terra Fridzon, Higgins, Vorontsevich e compagnia bella possono ammazzarci, ma la coperta con loro è sempre corta… E poi c’è Rodriguez: ai suoi ritmi è illegale, lo è come lo era Teodosic seppur con un diverso stile di gioco. Se però gli mettiamo pressione e gli impediamo di fare cose facili poi vediamo.

Ma prima di tutto, gustiamocela. Mi ricordo tre anni fa quando allenavo il Loko, era una squadra come questa, di giovani che avevano voglia di sorprendere tutti e andarsi a conquistare le Final Four. Anche quando perdemmo gara 2 in casa contro il Barcellona sembravamo morti. Ma sapemmo rialzarci e andarci a prendere quel sogno. Una palla alla volta, una partita alla volta: e poi lo so già come si batte il Cska, no?

 

Strenghts in numbers

 

Osservando i numeri, si nota che il Cska ha trovato nella difesa l’apporto vincente per far suoi gli scontri diretti: l’Offensive Rating del Khimki subisce una grossa variazione, ad indicare come la difesa dell’Armata Rossa abbia reso la vita difficile all’attacco dei gialloblu. Itoudis ha cercato di limitare la seconda arma offensiva del Khimki (la prima è senza dubbio Shved), ovvero il tiro da 3 punti: la squadra gialloblu è infatti prima per tiri da 3 punti presi e li realizza con un discreto 35%. Contro il Cska i tentativi da 3 ogni 100 possessi sono diminuiti vertiginosamente e anche la percentuale realizzativa è calata: questi due dati, assieme all’aumento di palloni persi ci confermano che lo sforzo difensivo del Cska è stato più che efficace.

Sul lato rossoblu invece ciò che balza più all’occhio è la riduzione nei tiri da 2 presi: il Khimki ha quindi cercato di rendere ostico il gioco interno dell’avversaria, ma ha pagato dazio concedendo più triple alla miglior realizzatrice del torneo (De Colo e compagni tirano con il 43% dall’arco in stagione, primi in questa classifica) e anche più viaggi in lunetta (anche qua le percentuali sono tra le migliori di Eurolega). È sicuramente complicato inceppare una squadra come il Cska, ma le chance di passaggio del turno per la seconda squadra di Mosca passano prima di tutto dalla difesa: oltre a rendere ogni tiro difficile, Shved e compagni dovranno cercare di abbassare il ritmo di gioco. La squadra di Itoudis è infatti la terza per possessi a partita (71,2, media di Eurolega 69,5): tale valore dipende fortemente dalla volontà del coach di sfruttare i contropiedi, dai quali produce buona parte dei punti a partita. Il Khimki quindi dovrebbe abbassare il ritmo di gioco per negare i punti in transizione, eliminando una delle fonti principali del gioco offensivo del Cska. In questo modo avrebbe una chance di poter impensierire i compaesani.

La squadra di Itoudis ha dalla sua il favore pronostico e il fattore campo: non dovesse ricadere nelle paure che l’hanno portata a più di qualche passo falso in questa fase del torneo nelle precedenti edizioni, non dovrebbe avere problemi a battere nuovamente il Khimki: le scelte difensive descritte precedentemente sono state vincenti, quindi è cosa buona e giusta riproporle in questa serie.

 

 

FENERBAHCE ISTANBUL (2°)-BASKONIA VITORIA (7°)

  • In regular season: 2-0 (Baskonia-Fenerbahce 69-83, Fenerbahce-Baskonia 79-74)
  • Top scorer: Vesely 12,9; Shengelia 13,9
  • Top rebounder: Melli 5,2; Shengelia 6,2
  • Top assistman: Wanamaker 3,9; Granger 5,3
  • Gara 1: mercoledì 18 aprile ore 19.15, Ulker Sports And Event Hall, Istanbul
  • Gara 2: venerdì 20 aprile ore 19.45, Ulker Sports And Event Hall, Istanbul
  • Gara 3: martedì 24 aprile ore 21, Fernando Buesa Arena, Vitoria
  • Ev. Gara 4: giovedì 26 aprile ore 21, Fernando Buesa Arena, Vitoria
  • Ev. Gara 5: martedì 1 maggio ore 19.15, Ulker Sports And Event Hall, Istanbul

 

Baskonia, ti batto così

Zeljko Obradovic, coach Fenerbahce

Siamo dove volevamo essere ad inizio stagione: nei quarti di finale arrivando nelle prime quattro in regular season. Giochiamo contro una squadra che ha tutte, ma dico tutte, la caratteristiche per metterci in difficoltà. Sono al top della forma, vengono da una seconda parte di stagione favolosa, giocano a ritmi alti, hanno anche i lunghi che tirano da fuori, in casa si esaltano come non mai, e quello è un campo dove spesso ho perso…

Sono una squadra che va a doppia velocità: a ritmo basso quando (e se, visto che dovrebbe saltare le prime due partite della serie) c’è Granger in regia, corrono di più se a portare palla ci sono Huertas o Vildoza e magari vanno con tre piccoli veri, con Granger da 2 e Janning o Beaubois da 3. I portatori di palla vanno pressati a tutto campo, dobbiamo impedirgli di giocare il basket alla velocità che vogliono. Huertas se pressato fa spesso confusione, e una squadra di tiratori non hanno bisogno di un playmaker in confusione. Sui pick’n’roll dobbiamo sempre fare show coi lunghi, Huertas ama tirare anche da lontanissimo (42%), e anche Granger fa canestro (40,2%). L’uruguaiano non dovrebbe esserci ma stiamo attentissimi se e quando ci sarà: porterà spesso spalle a canestro sia Sloukas che Dixon, è il doppio di loro. Voi cercate sempre di stargli davanti e sul lato debole stiamo flottati, pronti ad aiutare. Se riceve spalle, oltre a saper fare canestro in tanti modi, sa anche passarla benissimo fuori, e loro sugli scarichi fanno tutti canestro. Tutti! Sono quarti in Eurolega col 40% ma sono la squadra che ha forse più tiratori in assoluto: Beaubois, Janning, Timma, Voigtmann. Voigtmann… tira col 58.5%. Qui capitolo a parte: prende le triple solo sui ribaltamenti quando è in punta, oppure sui pick’n’roll quando si apre: Vesely, Melli, Thompson, Duverioglu, chiunque di voi sarà su di lui, sapete cosa fare. Se fate un passo dentro l’area per aiutare il piccolo, entro in campo e vi uccido. A mani nude. Su Shengeila aiutiamo e recuperiamo: non voglio che prenda velocità per andare al ferro, che poi lì sono cazzi amari. Anche perché è vero che abbiamo degli intimidatori in area, ma non possiamo pensare di affidare la nostra difesa solo a quello. Gigi, Vesely, Kalinic, su di lui ci vuole un lavoro di fino. Lui sa fare tutto tranne una cosa: pensare. E’ veloce, è devastante in campo aperto, sa giocare spalle, ha un buon arresto e tiro anche se preferisce andare a concludere da vicino (oltre il 62% da due), ha un discreto tiro da tre (34.1%), passa malissimo la palla. Dobbiamo costringerlo a pensare e a passare. Entriamogli sottopelle, Nikola in particolare sai cosa intendo.

Discorso simile per Timma che però vive più di fiammate. Dei piccoli abbiamo già detto, una cura particolare per Beaubois a cui piace prendere l’area per fare i suoi arresti e tiro, floater ecc. Incollati a lui, non deve fare le sue cose perché se si esalta trascina tutta la squadra.

I lunghi, che siano Vesely, Melli, Thompson, Duverioglu, li voglio incollati a Voigtmann e Poirier: togliamo ad uno il tiro da fuori e all’altro lo “smile”, facciamo sentire il fisico, perché se la partita si sporca poi magari loro due un passettino indietro lo fanno. In quintetto probabilmente partiremo piccoli: voglio punire la loro scelta di mandare sul fondo sul pick’n’roll laterale con qualche canestro da 3 punti dei due lunghi che si aprono, così magari riusciamo ad aprire un po’ l’area.

In generale, il Baskonia è una squadra che gioca molto bene e in velocità se lasciata giocare. Dovremo essere bravi ad aggredirli dal primo all’ultimo minuto. Pensate che per andare a Belgrado ci sia qualcosa di facile? Al lavoro!

 

Fenerbahce, ti batto così

Pedro Martinez, coach Baskonia

Ogni anno partiamo a fari spenti, ma ogni anno a questo punto della stagione ci trovano molto spesso qua. Siamo partiti piano, ci siamo rimessi in carreggiata nella fase centrale dell’Eurolega, abbiamo dato lo sprint giusto vincendo 6 delle ultime 7 in coppa ed eravamo a 10 di fila in Acb prima di perdere a Valencia. Siamo in gas, ci vorrà tutto questo entusiasmo per pensare di poterne andare a vincere almeno una ad Istanbul.

Ok, incontriamo i campioni in carica, che non perdono una partita di playoff in Eurolega da tre anni e che quest’anno, meno martoriata dagli infortuni rispetto all’anno passato, ha pure trovato la quadratura prima ed è stata quindi molto più continua. Prima cosa: non snaturiamoci. Vogliamo correre, correre, correre come sappiamo fare e bene. Dovremo sfruttare il contropiede, primario o secondario, per evitare possessi a difesa schierata: concedono solo 75 punti a partita, se andiamo al loro passo ci stritolano.

Senza Bogdanovic e Udoh si sono allungati nelle rotazioni soprattutto sugli esterni, è difficile trovare dei veri punti di riferimento da escludere. Dovremo fare un gran lavoro col fisico per tenere fuori dalla partita Sloukas e Wanamaker, specie sul pick’n’roll dove sono bravissimi a trovare la palla dentro. Aiutiamo e recuperiamo con i lunghi, non concediamo troppo l’area a Vesely che con la sua dinamicità può schiacciare in testa a chiunque. Poirier, stai giocando alla grande ultimamente, concentrato e duro sul lungo ceco. Non battezziamo nessuno: tolto Vesely, gli altri sono tutti grandi tiratori da 3, ne hanno ben cinque sopra il 40% in stagione. Nunnally, in particolare, sta facendo una stagione della madonna: tira col 59% da 3, non lasciamogli un centimetro per tiri facili, capito Beaubois e Janning? Il compito più delicato però ce l’ha Shengelia: abbiamo bisogno di te in attacco, sei il nostro miglior realizzatore e rimbalzista, ma devi lavorarmi con l’intensità che sai mettere anche in difesa su Melli. È un giocatore tremendamente importante per loro in tutte le piccole cose che fanno vincere le partite: uno scarico al momento giusto, un rimbalzo, un cambio difensivo.

Pronti ad andare in campo anche con quintetti particolari, visto che spesso Obradovic ama giocare con Kalinic e Datome da 4 per allargare il campo, dare spazio a Vesely dentro e avere i cecchini piazzati sull’arco. Zeljko lo conosco dai tempi della Joventut, ci preparerà qualche trappola delle sue, ma tutta la pressione ce l’hanno loro: sanno che se ne perdono una in casa loro poi alla Fernando Buesa troveranno la bolgia. Noi siamo sereni: sembravamo spacciati a fine girone di andata e invece eccoci qua. Non avremo Granger nelle prime due partite e sappiamo quanto sia importante la sua leadership, oltre ad aggiungerci una variante tattica potendo portare Sloukas e Dixon spalle a canestro. Proviamoci, sfacciati come sappiamo essere.

 

Strenghts in numbers

 

Questa sfida è particolarmente affascinante soprattutto per lo scontro sotto canestro: Vesely, Melli e Thompson da un lato, Voigtmann, Shengelia e Diop dall’altro; tutti lunghi di grande fisicità, ma anche di ottime qualità tecniche e tattiche.

Passando ai numeri e rimanendo in tema di lunghi, si nota che negli scontri diretti il Fener sia uscito vincitore nella lotta a rimbalzo: il grafico del Baskonia evidenzia un grosso calo nei rimbalzi difensivi catturati, concedendo quindi diversi secondi tiri all’avversaria. In una serie playoff ogni possesso risulta decisivo, quindi nel caso questa situazione si ripetesse, la squadra spagnola avrebbe un problema da risolvere.

Altro aspetto interessante è il tiro da 3: entrambe le squadre tirano molto bene oltre la linea dei 6,75, ma negli scontri diretti le difese hanno lavorato bene per ridurre la pericolosità di questo fondamentale. Tra le due, sicuramente il Fener ha lavorato meglio visto la riduzione del 12% nel tiro da 3 degli spagnoli: percentuali del genere (27% tra andata e ritorno) probabilmente sono anche condizionate da una giornata storta al tiro, ma sono sicuro che lo zampino di Obradovic ci sia comunque. Anche perché osservando l’Offensive Rating del Baskonia si capisce che qualcosa non abbia funzionato a dovere nell’attacco. Questo approccio difensivo sarà sicuramente una chiave anche per le prossime partite: tramite il tiro da 3 il Baskonia cerca di aprire l’area per creare lo spazio necessario a Shengelia e Voigtmann di giocare i post e i roll dopo un blocco indisturbati. Se si riduce l’efficacia del tiro dalla lunga, si influenza negativamente anche il gioco interno: ecco perché sarà una chiave della serie. Secondo punto fondamentale: il pick’n’roll tra i piccoli e Shengelia o Voigtmann. Molti dei possessi del Baskonia si concludono tramite questa azione. Il Fenerbahce dovrà necessariamente trovare rimedio per limitare la produttività di questo gioco.

Per il Baskonia sarà importante difendere forte per trovare punti facili in contropiede: le squadre di Obradovic tendono spesso ad avere un pace basso, dato che il coach serbo vuole controllare il ritmo, limitando così i contropiedi. Il Baskonia ama invece ritmi più alti e dovrà cercare di imporre questa sua caratteristica alla serie se ne vuole uscire vincitrice. Nei due scontri precedenti il pace del Fener è passato da un modesto 66 a 69, coincidente con la media di lega: le guardie spagnole dovranno cercare di alzarlo ulteriormente per poter realizzare punti facili in contropiede ed evitare di dover affrontare ad ogni azione la ferrea difesa turca.

 

 

OLYMPIACOS PIREO (3°)-ZALGIRIS KAUNAS (6°)

  • In regular season: 0-2 (Zalgiris-Olympiacos 74-68; Olympiacos-Zalgiris 85-86 d.t.s.)
  • Top scorer: Spanoulis 13,1; Pangos 12,4
  • Top rebounder: Milutinov 5,8; Jankunas 4,8
  • Top assistman: Spanoulis 5,7; Pangos 6,2
  • Gara 1: mercoledì 18 aprile ore 20.15, Peace And Friendship Stadium, Pireo
  • Gara 2: venerdì 20 aprile ore 20.15, Peace And Friendship Stadium, Pireo
  • Gara 3: martedì 24 aprile ore 19, Zalgirio Arena, Kaunas
  • Ev. Gara 4: giovedì 26 aprile ore 19, Zalgirio Arena, Kaunas
  • Ev. Gara 5: mercoledì 1 maggio ore 20.15, Peace And Friendship Stadium, Pireo

 

Zalgiris, ti batto così 

Ioannis Sfairopoulos, coach Olympiacos

Giocare contro la sorpresa del torneo è forse la cosa peggiore che potesse capitarci. Sono giovani, sono gasati, giocano bene e soprattutto non hanno nulla da perdere. Sottovalutarli significhirebbe andare a casa. Sì, ve lo dico subito: andare a casa. Se qualcuno di voi pensa che sia una passeggiata, non ha capito niente. Sono una squadra molto diversa da noi. Diversissima. Possono metterci in difficoltà col ritmo, con la freschezza, con la fluidità con la quale fanno le cose. Possono metterci in difficoltà anche con quintetti piccoli o con quintetti alti sugli esterni dove ci manca un po’ di taglia fisica negli 1 e nei 2.

Ma noi siamo l’Olympiacos, abbiamo il fattore campo e il nostro unico obiettivo si chiama Final Four. Imponiamo il nostro gioco sin dalla palla a due, facciamoli giocare al nostro ritmo, e decidiamo noi la partita.

Mantzaris e Strelnieks inizialmente voi vi incollate a Pangos, ma nel corso della partita tieniti pronto, Papanikolaou. Tutto lo Zalgiris passa da lui (6,2 assist). E’ la mente, è il leader, è Jasikevicius in campo.

Non si limita facendo una cosa sola. Lo si limita insieme, di squadra, pressandolo, facendogli perdere secondi preziosi per passare la metà campo. Tira bene sia da tre che dentro l’area (48,5% da tre, 47,1% da due), tira male i liberi (69%). La chiave è non farlo andare al suo ritmo. Quando giocano con Micic da 1, stiamo attenti perché è alto e grosso, e bravo a sfruttare il fisico e a creare scarichi per Pangos sul perimetro. Concediamogli piuttosto qualche tiro da fuori (33% da tre). Milaknis gioca benissimo senza palla, prende e tira in un fazzoletto, vanno da lui per un tiro veloce sulle rimesse, tira col 47% da tre, non può e non deve mai tirare piedi per terra! Stesso discorso per Ulanovas che però sa fare più cose, senza qualità eccelsa, ma sa fare quasi tutto in attacco. Roberts, Spanoulis, Brown è facile che siate voi a curarli. Stiamo attenti anche a Toupane perché fa casino ma nel casino trova la sua dimensione. Per i lunghi, e mi riferisco a Printezis, McLean, Papapetrou e Tillie, attenzione a Jankunas: tira quasi ed esclusivamente dal midrange. Forzano spessissimo il pick’n’roll tra lui e Pangos per farlo poppare e aprirsi sui 5 metri. Kavaliauskas invece ha un raggio di tiro di un metro e mezzo, basta semplicemente fare a sportellate con lui per tenerlo ad almeno 2 metri dal canestro. Stiamo attendi in maniera particolare a due giocatori che spesso non partono in quintetto ma decidono le partite. Davies gioca 15 minuti di media ma segna oltre 8 punti. Questo per farvi capire quanto lo cerchino quando è in campo. E’ un lungo sotto taglia molto atletico, quindi quando è in campo lui da 5, è difficile che lo marchi Milutinov. McLean ci pensi tu. E poi attenzione ad Aaron White: ha tiro da fuori, è tecnico e sa giocare spalle a canestro. E’ un giocatore da non sottovalutare, un po’ come tutta la squadra.

In attacco dobbiamo essere bravi a dettare i ritmi. E’ qui la chiave di tutto. Facciamoli andare alla nostra velocità, acceleriamo soprattutto quando è in campo Vassilis che può cercare il pick’n’roll con Printezis nei primi 10 secondi: Printezis puoi aprirti o tagliare dentro, e McLean taglia forte dentro. Acceleriamo anche quando giocano in coppia Bobby e Vassilis da 1 e da 2. Con Mantzaris e Strelnieks rallentiamo, facciamoli pensare in difesa cercando spesso la palla dentro per i nostri 4 e per Milutinov. Loro sotto canestro ci soffrono, sono più piccoli e più deboli. Appoggiamoci spesso sotto anche per riaprire e avere buoni tiri sugli scarichi. Giochiamo le prime due partite sul nostro campo, davanti alla nostra gente che farà il solito tifo infernale, abbiamo la miglior difesa (primi nel defensive rating), aggrediamoli, difendiamo su Pangos anche quando va a pisciare, e andiamo sul 2-0.

 

Olympiacos, ti batto così

Sarunas Jasikevicius, coach Zalgiris

Prima volta ai playoff nell’Eurolega moderna, 19 anni di distanza dal titolo del ’99. Ci dipingeranno come la Cenerentola.

Lasciamoglielo credere.

Siamo dove siamo perché lavorando giorno dopo giorno, migliorando giorno dopo giorno, ci siamo guadagnati il diritto di essere qua. Stiamo giocando come sognavo ad agosto, non ci cambia molto essere arrivati 6°, più su o più giù. Possiamo battere chiunque e vincere ovunque, l’abbiamo già dimostrato. L’ultima volta proprio al Pireo contro l’Olympiacos un paio di settimane fa.

Non dobbiamo inventarci nulla, ma fare quello che facciamo da sette mesi. Quindi cerchiamo dentro Jankunas e Davies, Brandon in particolare che ultimamente è in palla (17,5 punti nelle ultime due partite di Eurolega: contro Cska e Oly); ma cerchiamo anche Ulanovas spalle a canestro, specie se mandano Papanikolaou non su di lui ma magari su Pangos; e guardiamo l’uscita dai blocchi di Milaknis, che è sì bravissimo a mettere i piedi a posto e sparare da 3, ma è anche passatore che sa mettere in ritmo gli altri e buon giocatore di pick’n’roll. La loro difesa è super, è fisica e organizzata, ma ovviamente ha un punto debole: Spanoulis. Attacchiamolo tanto, cerchiamo di stancarlo e magari di caricarlo di falli. Se Papanikolaou è su Pangos, giochiamo il pick’n’roll tra piccoli con l’uomo marcato da V-Span a fare il bloccante: se cambiano Kevin portalo al ferro per concludere o scaricare per i nostri tiratori. Perché è vero che tiriamo poco da 3 (16,7 tiri tentati a partita, ultimissimi e per distacco) ma quando lo facciamo tiriamo benone (42,2%, solo Cska e Fener fanno appena appena meglio).

Ovvio che in difesa il lavoro maggiore dovremo farlo sui pick’n’roll giocato da Spanoulis. Si è gestito in questa stagione: ha saltato le prime 10 partite stagionali, è andato a singhiozzo per qualche mese, ma ora è tirato a lucido. Nelle ultime 8 partite non è mai sceso sotto la doppia cifra, ha segnato 16,5 punti col 52% da 2 e ha pure smazzato 6,5 assist, ma lo abbiamo visto anche contro di noi: giocare tanti minuti e farlo in partite ravvicinate comincia a pesargli sulle gambe a 36 anni. Dobbiamo pressarlo costantemente, Pangos e Micic li voglio in staffetta su di lui sin dalla rimessa, anche se ci lavoreranno anche Ulanovas e magari Toupane. I lunghi li voglio a fare uno show molto alto e aggressivo.

Un piccolo accorgimento vorrei usarlo su Printezis: è uno dei migliori giocatori di post basso d’Europa, vorrei provare ad andare a zona 2-3 quando riceve sulle tacche. Cerchiamo di togliergli la mano destra per il suo classico semigancetto, raddoppiamolo per fargli tirare la palla fuori in maniera lenta, non necessariamente per rubarla.

Quel che non dobbiamo assolutamente fare è pensare che vincere al Pireo sia facile perché lo abbiamo fatto due settimane fa. Solo Strelnieks ha giocato tutte le partite da inizio stagione per loro, hanno inserito da poco uno come Bobby Brown che se becca la serata può fare comodamente 25-30 punti e sono una squadra che sa come vincere questa partite. Ma anche noi lo sappiamo: facendo vedere che Cenerentola al gran ballo di Belgrado ci vuole andare sul serio.

 

Strenghts in numbers

La squadra rivelazione dell’anno si scontra contro una delle più abituali partecipanti alle fasi eliminatorie di Eurolega: probabilmente la serie più avvincente.

Detto che nella partita di ritorno al Pireo all’Olympiacos mancavano diversi elementi importanti come Spanoulis, Printezis e Tillie, lo Zalgiris è una delle tre squadre (le altre due sono Barcellona e Panathinaikos) ad essere usciti dal palazzetto del Pireo con i due punti.  Tra le mura di casa Spanoulis sono cadute squadre come Cska e Fenerbahce, quindi, anche tenendo conto delle assenze, non è una cosa di poco conto.

La chiave della doppia vittoria in regular season per lo Zalgiris è stato quello di limitare il gioco interno della squadra greca, costringendola a prendere più tiri da 3 di quanti ne tiri di solito: seppur tra le fila dell’Olympiacos ci siano temibili tiratori da oltre l’arco, la squadra greca è la peggiore di tutta l’Eurolega per percentuale realizzativa dai 6,75. Costringere l’avversario a concludere le proprie azioni con soluzioni non congeniali alle sue abitudini è un importante aspetto che condiziona il gioco avversario. La squadra greca non è in effetti rinomata per un gioco offensivo corale e armonioso: piuttosto si affida al talento e alla creatività dei singoli. Rendere difficili i giochi dei greci e costringerli a prendersi tiri che non sono nelle loro corde è il primo passo per inceppare i loro meccanismi.

Il gioco corale dello Zalgiris non ha subito più di tanto la miglior difesa della competizione: più che soffermarci sul 49% da 3 punti (condizionato dalla gara di ritorno con un 4/8 complessivo), vorrei sottolineare l’attenzione al non perdere palloni (Turnover Ratio migliore negli scontri diretti) e al perseverare nella ricerca del compagno smarcato (Assist Ratio praticamente invariato).

Detto ciò, c’è un aspetto che purtroppo non è calcolabile tramite statistiche: l’esperienza. L’Olympiacos ne è fin troppo ricca con gente abituata a giocare (e vincere) partite come queste, mentre lo Zalgiris ne è praticamente sprovvista. Il vero punto cruciale di questa sfida sarà appunto la capacità della squadra di Kaunas di esprimere il proprio gioco anche nelle prossime partite. Se saprà farlo, forse il sogno continuerà…

 

 

PANATHINAIKOS ATENE (4°)-REAL MADRID (5°)

  • In regular season: 1-1 (Panathinaikos-Real 82-80; Real-Panathinaikos 92-75)
  • Top scorer: James 14,8; Doncic 16,9
  • Top rebounder: Singleton 5,8; Ayon 6,3
  • Top assistman: Calathes 8,1;Campazzo 4,8
  • Gara 1: martedì 17 aprile ore 20.15, OAKA, Atene
  • Gara 2: giovedì 19 aprile ore 20.15, OAKA, Atene
  • Gara 3: mercoledì 25 aprile ore 21, Wizink Center, Madrid
  • Ev. Gara 4: venerdì 27 aprile ore 21, Wizink Center, Madrid
  • Ev. Gara 5: mercoledì 1 maggio ore 20.15, OAKA, Atene

 

Real, ti batto così

Xavi Pascual, coach Panathinaikos

Primo: non pensare ad un anno fa. Eravamo nelle stesse condizioni: una regular season giocata come sapevamo e volevamo, fattore campo a nostro favore, una avversaria fortissima ma che aveva singhiozzato durante la stagione.

Saranno probabilmente senza sia Llull che Campazzo, il che significa una cosa sola: dobbiamo sfiancare Doncic. Pressarlo, attaccarlo, rendergli ogni giocata la scalata dell’Olimpo. Vorrei provare a partire con Antetokounmpo su di lui per fargli sentire un po’ di fisico, ma durante la partita ovviamente ti ci troverai accoppiato spesso tu, Calathes: hai stazza, piedi e furbizia per stare con lui.

Ovviamente non voglio spremerti troppo, ti voglio lucido in attacco: per noi sei mezza squadra (hai segnato o assistito il 48% dei nostri canestri, mai nessuno aveva fatto tanto nella storia dell’Eurolega), ma soprattutto da te voglio controllo del ritmo. Se troviamo soluzione equilibrate in attacco, evitiamo le loro transizioni veloci: se li scateniamo in contropiede poi possono farci malissimo. Cerchiamo di tirare fuori i loro perticoni sotto canestro: Tavares è un ombrellone, è lunghissimo, stoppa e prende rimbalzi a volontà, anche Randolph con braccia lunghe e tempismo è un pericolo, Ayon e Reyes sono duri ed esperti. Se cambiano sui blocchi, attaccarli e scaricare che poi coi piedi per terra con Rivers, Lojeski e Denmon li possiamo stroncare. Occhio a quel gioco che si chiude con gli stagger per creare lo spazio per il tiro di Carroll: inizialmente proviamo a cambiare con l’uomo dell’ultimo bloccante per impedire la ricezione facile all’americano, che se poi entra in partita è un bel problema fermarlo.

Al di là di tutto, voglio che stiamo sempre sul pezzo. Il Real ha delle folate in cui sembrano inarrestabili, ma dobbiamo resistere come abbiamo fatto nella gara di andata: fummo fantastici a recuperare 16 punti nel secondo tempo e beffarli negli ultimi secondi. Ci serva quella durezza mentale e sarà fondamentale portarci a casa subito gara 1 per toglierci la scimmia di dosso.

Il presidente sta facendo un casino con Eurolega. Capisco che sia nervoso perché vuole riportare il Pana almeno alle Final Four, dove non la società non arriva ormai dal 2012. Non ci farà sconti nessuno, per cui stiamo concentrati su ciò che dobbiamo fare in campo. Di una cosa sono sicuro: quest’anno in pullman non voglio tornarci da Madrid. Se proprio dobbiamo prenderlo, almeno andiamoci a Belgrado.

 

Panathinaikos, ti batto così

Pablo Laso, coach Real Madrid

Siamo dove vogliamo essere: a giocarci le Final Four. Dobbiamo andarci a prendere una partita a Oaka? No problem: se vogliamo vincere l’Eurolega, e la vogliamo vincere, dobbiamo essere in grado di imprese del genere. Ricordate il Fenerbahce l’anno scorso? 5° posto in regular season, quarti di finale contro il Pana, due vittorie ad Atene, Final Four, vittoria.

Siamo stati bravi a tenere botta nella prima parte di stagione: con Llull fuori da agosto (vediamo se potrà darci qualche minuto nelle prossime partite), abbiamo avuto Kuzmic per 9’ totali, poi si sono rotti pure Ayon e Randolph e ci ha lasciato Maciulis. E ora si è fatto male pure Campazzo. Non era scontato trovassimo equilibrio e continuità. E invece dopo averne perse sei su sette tra novembre e dicembre, dalla 12° in poi ne abbiamo lasciate per strada solo cinque. Ora stiamo bene, possiamo imporre il nostro gioco e trovare alternative a quello che abbiamo fatto nella prima parte di stagione, ovvero palla a Doncic e che dio ce la mandi buona. Luka è stato fantastico, ma in questa serie sarà ancora più determinante non solo in attacco: avrei voluto “sacrificarlo” un po’ su Calathes, la fonte di tutto il gioco biancoverde, ma visto l’infortunio di Facu non voglio spremerlo troppo dietro e allora credo che dovrà lavorarci molto Taylor. Possiamo concedergli qualcosa al tiro dall’arco (ha il 27,7% in stagione), ma vediamo in che giornata è: cinque volte in stagione ha mandato a bersaglio tre triple e in quelle partite il Pana è 4-1. L’altro problema si chiama Mike James. È un trattorino quando può correre, ma sta tirando malissimo anche lui da 3 (7/42 finora): se potessi sdoppiare Taylor ci metterei lui, ma avrò bisogno minuti di qualità in difesa da Randle ma anche da Causeur, anche se non è la tua specialità. Quando ci sono James e Calathes insieme pronti a fare un po’ di zona, specie se il terzo esterno in campo non è KC Rivers o Pappas, due che quando la palla scotta non si tirano mai indietro.

Sotto hanno potenza e atletismo, ma Singleton fa reparto da solo: un giocatore che sa fare canestro in tanti modi ma che quando la partita si incattivisce spesso fa un passettino indietro.

In generale, è una squadra che gioca molto bene ai suoi ritmi. O meglio ai ritmi di Calathes. Se andiamo ai nostri, possiamo andarci a prenderla quella vittoria che ci è sfuggita per poco in regular season e che ci metterebbe con un piede sull’aereo per Belgrado.

 

Strenghts in numbers

 

La sfida tra Panathinaikos e Real Madrid è quella meno decifrabile per via della moltitudine di infortuni subiti dai madrileni prima e durante la stagione in corso e per i recenti cambi a roster del Pana (James e Payne sono atterrati ad Atene non più di due mesi fa). I dati riportati qua sopra possono dire tutto e niente proprio perché probabilmente lo scontro playoff proporrà sfide differenti rispetto agli incontri di regular season.

Una cosa però è certa: se il Pana non vuole fare come lo scorso anno, dovrà limitare il talento offensivo del Real. Sono cambiati quintetti, interpreti e giochi, ma il rendimento offensivo della squadra di Madrid è rimasto abbastanza costante (e alto) nel corso della stagione. Il primo obiettivo sarà quindi quello di ridurre l’efficacia del pick’n’roll di Doncic, tecnica dalla quale il Real produce diversi punti pur essendo la squadra che conclude meno possessi a metà campo con un blocco sulla palla (intorno al 40% delle situazioni). Sarà altresì importante non concedere quelle percentuali da 2 punti: una maggiore pressione difensiva sta quindi alla base delle tattiche del Pana per il passaggio del turno.

Osservando le medie dei Pace, si penserebbe che il Real debba cercare di portare il ritmo partita verso i suoi standard, circa 71 possessi a partita contro i 69 del Pana. Peccato che dall’arrivo di James il ritmo del Pana sia passato dalla media di 68 (prime 24 partite) a 72,5 (ultime sei): ora come ora proporre un aumento del ritmo farebbe solo felice la combo guard americana. Ciò che non è cambiato, anzi è peggiorato, è il tiro da 3 punti: in stagione il Pana ha tirato con il 35%, ma nelle ultime sei (dall’arrivo di James) la percentuale è scesa ad un orribile 28% (tra l’altro uguale a quella mediata negli scontri diretti). La difesa del Real dovrebbe esplorare l’idea di concedere più tiri da 3 punti ai greci (come ha poi fatto nei precedenti incontri) per capire se questo periodo negativo è ancora nella testa degli avversari: se lo fosse, cavalcare senza remore.

 

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Marco Pagliariccio

Di Sant'Elpidio a Mare (FM), giornalista col tiro dalla media più mortifero del quartiere in cui abita, sogna di chiedere a Spanoulis perché, seguendo il suo esempio, non si fa una ragione della sua calvizie.

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