E’ arrivato il momento di snocciolarvi il secondo episodio della saga “Musso in America”… altrochè Star Wars!

Partiamo subito col raccontarvi la tipica trasferta del venerdì sera alle Hawaii.
Posto pazzesco, clima pazzesco, torneo tra i più importanti in America (Kansas, UCLA, UNLV, Indiana, Vanderbilt, Wake Forest e Chaminade, oltre a noi). Cosa si può volere di più dalla vita?
Arriviamo in aeroporto per partire e mi chiedo come mai non entriamo dall’ingresso principale, non facciamo il check in e le solite cose che si fanno quando prendi un aereo. Poi vedo che il pullman si dirige direttamente verso l’aereo e realizzo: aereo privato…ah ok! Potete solo immaginare quanto mi sentissi importante.
Arriviamo venerdì sera con un caldo atroce, mi sudavano anche gli organi interni. Avendo la partita il lunedì, abbiamo la possibilità di vedere un po’ il brutto posto che sono le Hawaii, e goderci il mare, la spiaggia, (le ragazze), e rilassarci!
Acqua trasparente, pesci, tartarughe, surf, sole…insomma il classico novembre a cui ero abituato in Italia.
haw
Non ero mai stato lì prima e mi è davvero piaciuto moltissimo. Non che nutrissi molti dubbi in merito prima di andarci..
Prima partita lunedì contro la numero 19 nel ranking, Vanderbilt. Preferisco non raccontarvela. Vi dico solo che il -37 si è fatto sentire anche col caldo di Maui..
Seconda partita contro la numero 12, Indiana, in cui giochiamo molto meglio ed a 3 minuti dalla fine siamo sotto di 4. Alla fine perdiamo di una decina, ma tutto sommato abbiamo dimostrato che ce la possiamo giocare con tutti quindi il morale della squadra è molto alto.
Terza partita contro lo squadra locale, miglioriamo ancora e vinciamo abbastanza in scioltezza, cosa che rende il viaggio di ritorno di “sole” 11 ore, un po’ meno pesante.
Tornati a New York abbiamo due giorni di riposo per riprenderci dal fuso e dalle partite, poi ci riconcentriamo sul campionato.
Un’ottima vittoria poi una brutta sconfitta a Fordham.
Poi.
Poi è arrivato quel momento.
Poi è arrivato il Madison Square Garden.
Non ti rendi conto dell’emozione che si prova anche solo all’entrata del palazzo, ma che dico palazzo, del tempio, finchè non lo provi sulla tua pelle. Ho avuto talmente tanta pelle d’oca che se al posto della pelle avessi avuto le piume, avrei potuto aprire un’azienda di piumini.
La ciliegina sulla torta è stata la vittoria. Abbiamo battuto St. Francis. Non male.
Altra partita in casa contro Niagara (non molto bella a dire la verità ma una vittoria va sempre bene) poi di nuovo lì. Nel tempio. Questa volta non abbiamo più di fronte St.Francis e “solo” 7000 spettatori, stavolta c’è Syracuse… la partita dell’anno forse! (e 14.000 persone……)
Arrivo al Madison e vedo la mia faccia stampata sui cartelloni fuori dall’Arena. Cioè, non so se avete letto bene. Al MADISON SQUARE GARDEN c’era la faccia di Federico Mussini, quindi non di Jordan o Pat Ewing o Carmelo Anthony, ma la faccia di quello sfigato di Mussini. Scusate ma devo ancora riprendermi.
IMG_1592 Mi sono cambiato nello spogliatoio dei Knicks come fossi un Melo qualunque, discorso di Chris Mullin e poi via…. sul parquet… con 14.000 persone a guardarti. Cerco di svegliarmi, ma capisco che non è un sogno. E’ la realtà.
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Partiamo bene e carichissimi ovviamente, e contro la loro famosa zona 2-3 bulgara muoviamo bene la palla e troviamo tiri aperti (o quasi) che però, fortunatamente, entrano!
Siamo davanti quasi tutta la partita ma finchè la sirena non suonava non eravamo tranquilli. Finalmente la sirena suona. Lo abbiamo fatto per davvero. Abbiamo battuto Syracuse per 84-72.
Per chi non lo sapesse St.John’s-Syracuse è “quasi” come Fortitudo-Virtus a Bologna, non è una semplice partita, è uno stile completamente diverso di vita, è un derby!
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Quel giorno non lo scorderò mai.
La cosa più bella? Tra pochi giorni sarò di nuovo lì a giocarmi partite di quel livello contro Villanova, Georgetown e tutte quelle della big east, emozionandomi esattamente come l’altra sera.
E’ proprio per questo che amo questo sport alla follia. Mi fa emozionare come nient’altro al mondo.
Alla prossima ragazzi.

E se per caso non ci vedessimo prima, Buon Natale a tutti!

Federico Mussini

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