Da qualche mese il nuovo motto del movimento cestistico femminile italiano -quasi come fosse un grido di battaglia per ricordare al mondo che sì, a basket ci giocano anche le donne- è “She Got Game”. Diretto e incisivo. Proprio con lo slogan mutuato dal titolo del documentario sul mondo del basket femminile di prossima uscita (qui il trailer), ideato e realizzato da Silvia Gottardi (giocatrice di lungo corso tra A1 e A2), anche la spesso bistrattata altra faccia della luna cestistica ha voluto e vuole rivendicare la propria esistenza e la propria dignità. Sia chiaro che quello della relativa visibilità e della differenza di trattamento della sfera femminile non è un problema solo cestistico (basti pensare alle “infelici” uscite degli alti papaveri calcistici Tavecchio e Belloli) e neppure solo sportivo -sebbene nel 2015 si debba ancora produrre formalmente una legge che ufficializzi il professionismo sportivo femminile-, quanto un problema lavorativo e culturale in generale del nostro paese. Però la nostra sfera si limita al basket e quindi di quello proviamo a parlare, per ampliare gli orizzonti e far conoscere anche realtà meno conosciute ma non per questo meno degne. Non solo con articoli come quello su Elena Delle Donne di settimana scorsa (https://lagiornatatipo.it/la-rivincita-delle-donne/) ma anche provando a presentarvi il basket di casa nostra.

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“Perché ogni punto conquistato è la mia goccia di sudore” canta Giorgia Sottana, guardia del Famila Schio campione d’Italia e della Nazionale, nella canzone scritta da lei che introduce il trailer di “She Got Game”. E da un certo punto di vista è vero, perché ogni punto conquistato nel basket femminile è più difficile rispetto a un punto dei colleghi maschi, tanto concretamente quanto metaforicamente. Concretamente perché logicamente i mezzi fisici e atletici sono inferiori per ovvi motivi dettati da Madre Natura. Metaforicamente perché per poter giocare con successo a questo livello bisogna superare una lunga serie di ostacoli, dalla difficoltà a trovare squadre femminili in cui cominciare a giocare, ai pregiudizi fino a concludere con le possibilità infinitamente inferiori di poter trasformare in un vero lavoro quella che è la propria passione. Per questo ogni punto è più sudato e frutto davvero di un amore enorme per il Gioco, perché spesso raccolto lontano da casa, per stipendi esponenzialmente inferiori rispetto a quelli degli omologhi maschili, di fronte a un palcoscenico molto meno vasto e magari spesso guadagnandosi qualche etichetta poco simpatica dovuta meramente ai luoghi comuni o alla semplice ignoranza.

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Questo weekend riparte il campionato di Serie A1, denominato da questa stagione Almo Nature Cup. Si ricomincia dal settimo titolo (il terzo consecutivo) del Famila Schio della stessa Sottana e di Raffaella Masciadri, capitana della nostra Nazionale e arrivata all’ubriacante cifra di 12 scudetti vinti in carriera. Ma si riparte anche dagli Europei, dove la nostra Nazionale non ha brillato, complici anche un po’ di sfortuna ed un gap fisico enorme con altre squadre, ma che ha fatto appassionare tanti tifosi a queste ragazze. Merito anche della copertura da applausi di Sky Sport, che ha permesso anche di vedere tutta la fase ad eliminazione diretta e di apprezzare squadre come la Serbia campione d’Europa, protagonista di un gioco splendido e migliore anche di una quantità infinita di squadre maschili, che non a caso ha conquistato anche tanti addetti ai lavori non particolarmente avvezzi a seguire il gioco femminile.

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Campionato a 14 squadre, formato da 26 giornate al termine delle quali in 12 andranno ai playoff (le prime 4 avanzano direttamente ai quarti, da quinta a 12esima giocano gli ottavi) mentre le ultime due retrocederanno in A2. Un campionato che invece comincia in una maniera un po’ particolare, anzi probabilmente unica nel basket italiano, con un Opening Day in campo neutro in cui tutte le 14 squadre si ritrovano su un campo per dare vita a 7 partite in due giorni (un’overdose di basket dal sabato pomeriggio alla domenica sera) e a un weekend di sport, spettacolo e anche di vita comune, per conoscersi fuori dal campo e confrontarsi con tutte le colleghe delle altre squadre. Una formula ormai confermata da 14 stagioni e che quest’anno vedrà Napoli, città tornata in A1 lo scorso anno, ospitare un Opening Day arricchito anche da una serata di gala sabato alle 21.30 al teatro di Ponticelli in cui verranno assegnati tutti i premi relativi alla passata stagione.

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La prima giornata si disputerà al PalaVesuvio e comincerà sabato alle 14 con Geas Sesto San Giovanni-Azzurra Orvieto per terminare domenica con il match delle 18.15 con Umbertide-Lucca. Nel mezzo scenderanno in campo 14 squadre, 168 giocatrici e un sacco di storie. Le campionesse in carica di Schio, che domenica scorsa si sono anche aggiudicate la Supercoppa rullando Ragusa sotto uno scarto di 29 punti, esordiranno nella seconda partita del sabato contro Battipaglia, squadra con buon potenziale ma anche tantissima gioventù, se pensate che la giocatrice più “anziana” è la spagnola Zanoguera, nata nel 1993. La media del roster è inferiore ai 20 anni, non un gap da poco considerando che dall’altra parte giocheranno contro 10 giocatrici su 12 nate prima del 1990, tra cui due giovincelle come Chicca Macchi e Raffa Masciadri che già giocavano in Serie A mentre metà delle loro avversarie di sabato non aveva ancora iniziato le elementari, e che probabilmente erano pure le loro idole ai tempi del minibasket, quando ancora evoluivano in WNBA con le Los Angeles Sparks. Schio è la grande favorita per ripetersi e rivincere il titolo: è la squadra più forte ed esperta, ha confermato un centro dominante come “Shaqoubou” Yacoubou e può godersi una stellina come Cecilia Zandalasini, classe 1996, considerata una delle migliori under 20 europee e inserita da Espn al quarto posto nella classifica delle giocatrici più forti del mondo tra quelle nate nel suo anno.

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L’avversaria principale di Schio in questi ultimi due anni, la Passalacqua Ragusa, che in entrambi i casi si è arresa solo in volata in gara5 di finale dopo aver sprecato il match point casalingo in gara4, giocherà invece domenica alle 16.15 contro Cagliari. Le siciliane, seguite ovunque dai loro meravigliosi tifosi, hanno appena perso largamente la Supercoppa e sono ancora incomplete, dal momento che hanno perso la loro miglior giocatrice dell’anno scorso, Ashley Walker passata a Schio, e ancora deve arrivare Rebekkah Brunson, impegnata con le Minnesota Lynx nelle Finali WNBA contro le Indiana Fever. Proprio Brunson è stato uno dei colpi del mercato estivo: torna in Italia dopo aver giocato (e vinto due scudetti) a Taranto tra il 2007 e il 2010. Per darvi un’idea della giocatrice, nella sua prima annata in Italia mise assieme anche una doppia doppia da “solo” 35 punti e 29 rimbalzi contro le povere malcapitate di Montichiari. Contro però ci sarà un’altra squadra incompleta come il Cus Cagliari: dopo aver ventilato propositi di autoretrocessione in A2 (un po’ come la Virtus Roma nel maschile), alla fine le sarde hanno ufficializzato l’iscrizione alla A1 ad estate abbondantemente inoltrata, scongiurando un campionato a 13 squadre ma trovandosi anche a dover mettere in piedi la squadra con quasi un paio di mesi di ritardo.

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Le altre due candidate a chiudere nei primi 4 posti e saltare quindi gli ottavi di finale sono la Reyer Venezia e la Saces Dike Napoli, che peraltro quest’anno parteciperanno alla Eurocup, interrompendo una serie di stagioni in cui Schio in Eurolega. Era stata l’unica rappresentante italiana in Europa, e anche questo è un bel segnale. Venezia, che debutterà domenica alle 14.15 contro Parma (occhio a Ugoka, arrivata da Vigarano: l’anno scorso chiuse una partita a 20 punti e ben 35 rimbalzi…), ha confermato gran parte del gruppo arrivato in semifinale l’anno scorso e l’ha arricchito con Karima Christmas, alla sua prima stagione italiana dopo 4 anni in cui si è divisa tra la WNBA (vincendo il titolo con le Tulsa Shock nel 2012) e Israele, e Ashleigh Fontenette che già invece ha fatto vedere ottime cose con Umbertide due anni fa e con Napoli l’anno scorso. Proprio Napoli, che comincerà davanti al pubblico amico sabato alle 18.30 contro la squadra sorpresa dell’anno scorso San Martino di Lupari, persa Fontenette ha inserito comunque giocatrici di spessore come la canadese Achonwa, nona scelta nel draft WNBA 2014, l’ala Cierra Burdwick, il centro lituano Petronyte, già vista a Taranto tre anni fa, e soprattutto Noelle Quinn, che da ormai quasi 10 anni calca i parquet della WNBA e di squadre europee di buon livello.

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Le altre sfide vedranno affrontarsi Sesto San Giovanni e Orvieto come primo match sabato alle 14.00, Vigarano-Torino come prima partita del secondo giorno di gara domenica alle 12 e infine Umbertide-Lucca come settima e ultima partita del programma domenica alle 18.15. Queste due squadre sono state entrambe nel gruppo delle outsider subito alle spalle delle big nelle ultime stagioni, anche se quest’anno le umbre sembrano meno ambiziose. La sfida tra Vigarano e Torino vedrà invece il ritorno del capoluogo piemontese in A1 dopo 32 anni di assenza, proprio un giorno prima che la PMS contro Reggio Emilia interrompa invece un digiuno di 22 anni in campo maschile. La sfida salvezza tra Sesto e Orvieto vedrà il ritorno dello storico Geas (8 scudetti e una Coppa Campioni in bacheca) in A1 dopo solo tre anni dalla autoretrocessione in A3, dopo la vittoria della A2 nella passata stagione con 10 giocatrici su 12 forgiate nel proprio settore giovanile, un traguardo quasi unico nel basket italiano. Le rossonere saranno anche guidate in panchina da Cinzia Zanotti (ex bombardiera in A1 e in Nazionale), che avrà la particolarità di allenare la figlia Francesca in un incrocio familiare in salsa sacchettiana e che sarà l’unica coach donna tra le 14 panchine di questa Serie A1 femminile. Anche nel suo caso ogni punto conquistato costerà una goccia di sudore in più rispetto agli altri.

Però “she got game”. Proprio come tutte le altre.

 

(disegno di Fontenette, Brunson e Masciadri in copertina, a cura di http://fanciullodelghetto.blogspot.it/)

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Mario Castelli

Classe (poca) 1988, saronnese, ex giocatore. Ma molto più ex che giocatore. Non so scrivere presentazioni, anzi non so scrivere e stop. Mi domando da tempo perchè i video dei Kings del 2002 e degli Spurs del 2014 non si trovino su Youporn, ma non riesco a darmi risposte. Vivo per guardare partite, guardo partite per poter mangiare e mangio per vivere. Ma anche vivo per mangiare, mangio mentre guardo partite e guardo partite per guadagnarmi da vivere. Maledetti circoli viziosi.

3 comments

  1. Una aggiunta e una precisazione.

    Aggiunta: Cagliari si è mosso tardi (non per sue colpe) e ha costruito la squadra in velocità, però ha portato in Italia una giocatrice dalle qualità tecnico-atletiche a dir poco rare, anche se per qualcuno risulta "scomoda" a causa della sua non convenzionalità: Samantha "Styles P" Prahalis. Vale la pena seguire il campionato anche solo per lei.

    Precisazione: l'opening day non è in campo neutro… ma a casa di una delle contendenti, che si guadagna pure una partita in casa.

  2. Tecnicamente, da regolamento, il palazzetto dell'Opening Day è considerato campo neutro anche quando è quello di riferimento di una squadra iscritta al campionato (cosa che non avviene sempre, 3 anni fa ad esempio si giocò a Pescara). La dimostrazione di questa cosa è che da calendario ufficiale oggi Napoli è indicata come squadra "in trasferta" contro San Martino di Lupari. Poi comunque chi vince questo weekend giocherà poi in trasferta la gara di ritorno, quindi questo riequilibra un po' tutto.

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