grafica di Emanuele Venturoli
articolo di Marco Pagliariccio

 

 

Le squadre sono in città, le luci della Fernando Buesa Arena sono accese. Venerdì a Vitoria si parte: le Final Four numero 18 della moderna Eurolega (tutte le partite in diretta tv su Eurosport ed Eurosport Player) vedranno in semifinale prima sfidarsi nel primo derby turco di sempre alle Final Four, i vice-campioni del Fenerbahce contro l’Efes (palla a due ore 18) e poi lo scontro tra titani tra Cska e Real (si gioca alle 21). Domenica alle 20 le due vincitrici del primo atto si contenderanno l’ultimo gradino che resta per salire sul tetto d’Europa.

L’anno scorso, a Belgrado, andò così:

Quest’anno, a Vitoria, la guerra di logoramento per decidere la prossima regina d’Europa, sarà la stessa. Tanti temi, tante sfide, abbiamo provato ad analizzarle mettendoci nei panni dei coach delle quattro formazioni arrivate fin qui, immaginando le loro scelte tecnico-tattiche per cercare di battere i loro avversari… Enjoy!

I 15.504 posti della Fernando Buesa Arena pronti ad accogliere spagnoli, turchi e russi.

 

 

FENERBAHCE BEKO (1°) – ANADOLU EFES (4°)

In regular season: 1-1 (Efes-Fenerbahce 89-83; Fenerbahce-Efes 84-66)

Top scorer: Moerman 12,4 pts; Vesely 12,4 pts

Top rebounder: Moerman 6,2 reb; Vesely 5,0 reb

Top assistman: Micic 5,7 ast; Sloukas 4,8

Roster Fenerbahce: qui
Roster Efes: qui

 

 

Fenerbahce, ti batto così

Ergin Ataman

Sappiamo come batterli, lo abbiamo già fatto due volte quest’anno, in modi diversi. Una vittoria di grinta in Eurolega, recuperando da -16, e una vittoria di tattica e battaglia in campionato, con punteggio bassissimo.

Partiamo dall’attacco: il primo particolare su cui dobbiamo essere assolutamente attenti sono le spaziature. Quando andiamo coi 3 piccoli (Larkin, Simon, Micic), più allarghiamo il campo e più fatica farà il Fener a chiudersi in area. Sul p&r di Micic sfruttiamo la metà campo, Simon in angolo e Larkin sempre da lato debole possono essere armi letali sugli scarichi di Vasilije.

Il roll deve essere sempre profondo per portarsi via Vesely: sappiamo che senza Lauvergne sono un pelo più corti sotto, se riusciamo a condizionare la partita di Vesely con qualche “early foul” potremmo vincere la battaglia nell’area.

La lotta a rimbalzo e il predominio del pitturato è un altro fattore fondamentale: abbiamo sempre sofferto in tutte le partite contro di loro, anche quando abbiamo vinto. Bryant, Tibor, ma anche le nostre ali devono essere pronti a 40 minuti di sacrificio. La fisicità nelle final four sale ancora, è il marchio di fabbrica del Fener: se ci facciamo trovare pronti e riusciamo anche solo ad avvicinarci alla loro intensità, se riusciamo a competere quando loro metteranno mani, piedi, corpo addosso, allora ci divertiamo sul serio.

In difesa, voglio focalizzarmi su un giocatore: Bobby Dixon. Lo dobbiamo togliere assolutamente dalla partita, a costo anche di spendere qualche fallo (Dogus, è lavoro per te questo). Dixon ha sparigliato le carte l’anno scorso contro lo Zalgiris, lo ha fatto anche nei quarti di finale: quando la palla scotta, la vuole lui. Togliamolo dalla partita, attacchiamolo, e il Fener potrebbe avere un punto di riferimento in meno.

Ancora: RIMBALZI RIMBALZI RIMBALZI. Concedere meno rimbalzi offensivi possibili.

Togliamo situazioni di post basso anche con gli esterni, facciamo sentire il corpo a Guduric e Sloukas. Loro si sentiranno ancora di più in missione visti gli infortuni, dobbiamo essere bravi a reagire quando le cose non vanno come vogliamo. Potrebbe essere una partita di parziali, dobbiamo essere pronti a soffrire e reagire.

Il popolo dell’Efes aspettava da quasi 20 anni questo momento. E’ un derby. Bisogna essere orgogliosi di essere arrivati qui, questo ci deve dare quella spinta in più per completare l’impresa.

 

 

Efes, ti batto così

Zeljko Obradovic

Non ci piangiamo addosso. Siamo dove volevamo essere, abbiamo dominato la stagione, steccato una partita con lo Zalgiris ma risposto con gli attributi andando a vincere due volte da loro. Ok, non avremo sicuramente Lauvergne e Datome, vediamo se ce la fanno Kalinic e Vesely. Ma anche se non ci fossero, niente scuse. Ovvio che dovremo tenere botta soprattutto sotto canestro, visto che di lunghi veri avremo solo Melli e Duvieroglu (Hersek, pronto a darci a qualche minuto come nelle ultime giornate in campionato), ma come abbiamo visto negli ultimi match andremo spesso con quintetti piccolissimi, con Guduric o se necessario anche Arna da 4.

Tra i loro lunghi, dobbiamo fare molta attenzione soprattutto su Moerman: se blocca sulla palla cambiamo, non possiamo rischiare il suo tiro da fuori sul pop, dato che viaggia oltre il 40% e in particolare quando si apre in guardia o in angolo è letale. Stessa scelta anche su Motum, che è più soft quando gioca dentro, per cui andiamo decisi col cambio per negargli il tiro. Se ci sono Dunston o Pleiss mandiamo sul fondo e raddoppiamo il portatore di palla: sfidiamoli al tiro dalla lunga o dalla media ma evitiamo che Micic e Larkin ci massacrino dall’arco. L’americano è partito piano in stagione, ma ora è in stato di grazia…

[Contro il Barcellona è andato due volte sopra quota 30 nel giro di un paio di mesi]

In gara 5 contro il Barca è partito quest’ultimo in quintetto, ma generalmente inizia Micic e allora vorrei mettergli addosso Guler. Se necessario spendi anche qualche fallo, l’importante è che non prenda fiducia e se, come a volte ama fare, va a cercare il post basso, prova dai stargli tutto davanti per negare la ricezione. Con Sinan in quintetto voglio Sloukas: ritmi bassi in attacco, muoviamo la palla per trovare un buon tiro e dietro su Simon non dovresti avere particolari problemi. Loro vanno a folate e vivono molto sulle percentuali da 3, per cui invitiamoli dentro, in bocca alla nostra difesa.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di un contributo da tutti. Abbiamo fatto una stagione incredibile finora, perdere appena 6 partite in questa Eurolega vuol dire avere una solidità che nessuno ha. E cinque Final Four consecutive non le si fanno per caso. Ma ne abbiamo vinta solo una: mica vorremo diventare come il Cska. Ho sentito Itoudis e non è proprio felicissimo della cosa…

 

 

CSKA MOSCA (2°) – REAL MADRID (3°)

In regular season: 2-0 (Real-Cska 88-93; Cska-Real 82-78)

Top scorer: Higgins 14,8 pts; Randolph 12,6 pts

Top rebounder: Clyburn 6,9 reb; Tavares 6,2 reb

Top assistman: Rodriguez 4,7 ast; Campazzo 4,9 ast

Roster Cska: qui
Roster Real: qui

 

 

Cska, ti batto così

Pablo Laso

Noi conosciamo bene loro, loro conoscono bene noi. Un anno fa li abbiamo buttati fuori in semifinale, vorranno vendicarsi per non lasciare l’ennesima stagione incompiuta. La fame farà la differenza.

Rientra Llull ma partirà dalla panchina: Campazzo, sei stato straordinario nella serie contro il Pana, resti tu il titolare come portatore di palla. Hackett è un ottimo difensore, ma voglio che lo attacchi sempre dalla mezza transizione, così li obblighiamo a scalare in difesa, cosa nella quale sono tutt’altro che perfetti. Se dall’altra parte ti porta spalle a canestro per noi va bene: meglio che tenga la palla in mano lui che finisca a De Colo, Higgins o uno degli altri esterni. Se parte De Colo in quintetto, ovviamente ci lavora Taylor. Hai azzerato Calathes, dovrai fare un lavoro ancora maggiore perché lui sicuramente non puoi battezzarlo al tiro da fuori. Difesa faccia a faccia, guai a farlo scaldare. Occhio ad una situazione che può metterci in difficoltà: quando c’è Clyburn da 4 in campo spesso Itoudis lo vuole a portare palla, sia per attaccare direttamente l’1vs1 che per giocarsi il pick and roll. Randolph, dagli mezzo metro, perché non è tiratore da tre irreprensibile (è poco sopra il 30%) e ma non lasciargli prendere velocità che se poi arriva al ferro sono problemi, anche contro braccia lunghe come le tue.

Se ci mette in difficoltà come era successo a Madrid valutiamo se è il caso di accoppiarci con un piccolo. E comunque ricordiamoci che in mezzo all’area abbiamo sempre Tavares, che costringe comunque tutti a tiri complicati.

In attacco, le nostre cose. Dobbiamo essere bilanciati tra gioco dentro e fuori, se c’è Peters in quintetto al fianco di Hunter andiamo subito da Randolph per attaccarlo. Cambiano molto in difesa perché per stazza e qualità hanno molti giocatori intercambiabili. Quindi reattivi a punirli se hanno qualche sbavatura dietro. E ce le hanno spesso. Dobbiamo approcciare bene il match, non come facciamo di solito, perché loro tendenzialmente partono piano per poi salire di colpi col passare dei minuti. Diamogli una mazzata e teniamoli con la testa sott’acqua.

A loro piace correre, come anche a noi. Ma il nostro ritmo nasce dall’aggressività difensiva, il loro dallo smisurato talento individuale. Stiamo sul pezzo e vedrete che molleranno.

 

 


Real, ti batto così

Dimitris Itoudis

Ci hanno dato una bella lezione un anno fa e poi si sono andati a prendere la coppa. Nella loro testa rivedranno quella stessa strada. Ma con la pancia piena non si va con la stessa spinta. Fame. Vi voglio con la bava alla bocca. Sono stanco di far vedere la pallacanestro più bella d’Europa per sette mesi e poi lasciare la coppa agli altri.

Voglio che aggrediamo la partita subito dalla difesa. Senza più Doncic e con Llull appena rientrato dall’infortunio, ora è la squadra di Campazzo. Vanno ai suoi ritmi e secondo le sue lune, ma è un giocatore che va a folate. Hackett, l’argentino lo prendi tu, voglio che non abbia un attimo di respiro. Quando gioca il pick and roll, voglio lo show alto, spingiamolo fino a metà campo e costringiamolo a dar via il pallone. Nella gara di andata ci ha fatto impazzire, anche se poi alla fine l’abbiamo sfangata.

Meglio si prenda una tripla con spazio Taylor o Fernandez, almeno inizialmente. Poi se lo svedese è quello dei quarti col Pana e Rudy continua a far canestro dall’arco come non ha mai fatto in carriera vediamo di aggiustarci in corsa. Stesso lavoro se dentro c’è Llull o comunque quando e se entrerà in campo. Se c’è Carroll costruiscono molti attacchi con blocchi tandem per liberarlo al tiro: in quel caso solito nostro lavoro di cambio con il secondo bloccante per anticiparlo. Non è più il fulmine di guerra di qualche anno fa, ma con gli anni ha imparato a sfruttare il fatto che tutti i difensori gli chiudano forte il tiro per andare ad attaccare il ferro o chiudere col palleggio-arresto-tiro: per la prima volta dal 2012/2013 quest’anno ha tentato più tiri da 2 che da 3, attenzione a non uscire come dei kamikaze su di lui.

Carroll è sempre stato un grande esecutore dal palleggio, arresto e tiro, ma il volume delle sue conclusioni sta aumentando negli anni: Morey, guarda e infarta

Capitolo Randolph: sembra sempre indolente, ma se lo facciamo esaltare ci massacra. Clyburn, parti tu da 4 in quintetto: se ti marca voglio che qualche volta nelle prime azioni lo attacchiamo frontalmente. Oppure se porta palla Daniel o Nando, vai a bloccare e costringiamolo al cambio per attaccarlo. Si fida molto del suo atletismo e delle sue braccia lunghe, ma se non è presente subito sulla partita può concedere qualcosa.

Voglio che giochiamo con autorità, quella che abbiamo a ottobre o a gennaio e che spesso quando arriva maggio sembra che ci siamo persi per strada. Nessuno ha tante armi come noi, nessuno ha la qualità e la quantità che abbiamo noi. Andiamo in campo a dimostrarlo!

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Marco Pagliariccio

Di Sant'Elpidio a Mare (FM), giornalista col tiro dalla media più mortifero del quartiere in cui abita, sogna di chiedere a Spanoulis perché, seguendo il suo esempio, non si fa una ragione della sua calvizie.

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