articolo di Marco Crespi
grafici di Fabio Fantoni
copertina di si.com

 

 

The Finals. Ancora gli Warriors. Con gioia Toronto.

Una Toronto che suona come sfidante, ma ha il vantaggio del fattore campo. Kawhi è l’uomo solo al comando contro la squadra che, sempre di più, si sente (e sta dimostrando di essere probabilmente) la Squadra più forte di sempre.

Ci sono quindi tanti motivi per puntare la sveglia nelle prossime notti. Per stupirsi, ancora una volta, di fronte all’appartenenza al prodotto (il loro gioco, sulle due metà campo) degli Warriors. Per guardare le storie di Toronto, dalla scommessa d’estate di Masai, il loro GM, alla consacrazione di Leonard come Campione anche lontano da chi lo aveva immaginato tale, alla favola di Siakam o alla forza mentale di Lowry che ha avuto il merito di riscattarsi sia dentro che dopo una partita piena di amnesie e assenze.

Tre argomenti.

Il primo argomento che analizziamo riguarda come poter immaginare e poi guardare il piano partita contro la prima punta sia di Golden State che di Toronto. Il secondo, su cosa poter basare il percorso tattico. Il terzo argomento: non esistono più i ruoli? Poi approfondiamo anche l’affermazione di un giocatore (Draymond Green) che possa diventare modello di riferimento nella ricerca via Draft o via free agency. Infine uno sguardo anche alle panchine, dove troviamo una storia di vita che ha – fortemente – contribuito a cambiare il cammino di Toronto nella finale ad Est (VanVleet).

 

 

Cosa fare contro la prima punta.

 


A. Gli Warriors non hanno una prima punta, hanno tre prime punte e un Campione che sistema e aggiusta. I Raptors hanno una prima punta, dichiarata, una seconda punta emergente (ed eccitante per la sua continua e costante crescita) come Siakam, poi hanno l’amato/odiato Lowry. Lo puoi criticare, puoi farti domande sulla sua partita senza trovare risposte, ma non puoi non riconoscergli il fatto di provarci, e provarci ancora, sempre. Riassumendo, abbiamo una prima punta (Leonard) eletta senza nessun ballottaggio, e dall’altra parte scegliamo Curry. Perché? Durant non c’è (probabilmente) e Thompson è una splendida seconda punta.

B. Kawhi Leonard. Analizziamo le cifre: punti (31.2), volume di tiri (21.3), quasi 39% da 3 con 5.7 tentativi. Nelle gare decisive il suo USG% (stima del quantitativo di possessi che un giocatore prende all’interno di una partita quando è in campo) è stato, contro Philadelphia, di 45.5% con il 20% di AST% (stima della percentuale dei tiri tentati dai compagni di squadra, assisiti da un giocatore) e, contro Milwaukee, di 38.8% con il 30% di AST%. Ciò significa “dominare il pallone”. Anche in the clutch (38 possessi per lui nei PO, curiosamente proprio come Curry) ha il 50% di realizzazione (contro i 55% di Curry), è lui la prima punta, dominando per produzione in gara 4 e 5 e sorpassando così i Bucks. Come poter difendere contro Kawhi? Partendo dall’abitudine degli Warriors: un piano partita chiaro fatto di continui cambi e adeguamenti, qualità dei dettagli, una proposta difensiva che diventa – per cultura – il prodotto al quale tutti si sentono appartenenti (e vedere campioni che difendono di squadra rispettandosi ed esaltandosi in questo modo, beh fa mettere la sveglia e, poi, avere in mano il mySky).

credits theundefeated.com

Contro Portland, Lillard (ancora più di McCollum) è stato raddoppiato per abbassare il suo numero di tiri dopo il numero di palleggi al quale è abituato: Lillard si prende il 47.7% di tiri dopo 7 o più palleggi, Curry solo il 29.7% e – infine – Leonard il 27.9% (il 35% dei tiri se li prende usando tra i 3 e i 6 palleggi).

Cosa significa? Che Lillard dà il tempo di essere raddoppiato, Curry, per talento imprevedibile, e Leonard, per potenza, molto meno. Cosa faranno gli Warriors contro Kawhi? Saranno pronti a raddoppiare, magari anche in anticipo rispetto all’inizio del suo attacco. Vorranno togliergli l’isolamento in post basso quando ci saranno corpi che non possono reggere da soli (Curry e Livingston), ma anche per forzarlo a passare quasi di fretta: una parte del gioco (passare da fermo) dove Kawhi non eccelle. E anche quando l’1c1 è fronte a canestro, raddoppiare può essere lo strumento migliore per togliere potenza al motore di Kawhi, costringendolo a leggere.

C. Steph Curry. I punti sono 27.3, saliti a 35.8 dopo l’infortunio di Durant… Con USG% sempre oltre il 35% nelle partite decisive nella serie contro i Rockets e contro i Blazers. 11.1 i tentativi da 3. Il 42.2% dei suoi tiri è preso nei primi 8 secondi del possesso. Cioè: sparo (e segno) e lo faccio all’inizio dell’azione. Cosa faranno i Raptors? Cercheranno di accoppiarsi con lui il prima possibile per non lasciargli prendere velocità, spingendolo dentro la linea da 3, per limitare il volume di tiri da dietro quella linea. Lo costringeranno ad entrare in area, sperando di avere un Gasol (e poi Ibaka) con l’angolo giusto contro la sua penetrazione.

D. Abbiamo visto due scelte che potrebbero essere differenti. Probabilmente Leonard cercherà con l’arrocco (cioè un blocco sulla palla che ha come obiettivo quello di forzare un cambio) per attaccare in 1c.1 il difensore ritenuto più debole (Curry), forzando il cambio. Mentre Curry sarà protetto dai raddoppi. Ma sarebbe un errore pensare a Leonard che comanda sui due lati del campo e Curry che è protagonista solo con la palla in mano. Il sistema Warriors prevede anche difesa e senso di responsabilità di ognuno dei campioni con la maglia Golden State.

 

 

Il Draymond Green Type e Siakam

 

A. Ci sono tipologie di giocatori che il campo e l’evoluzione del gioco richiedono. “3andD”, per esempio, un giocatore che sappia giocare senza la palla in mano, pronto a tirare da un extra-pass e che abbia competenza e taglia per essere un difensore da missione speciale. Non è più una questione di ruoli ma di caratteristiche da mettere in combinazione con quelle degli altri. Il Draymond Green tipo non è facilmente catalogabile. E’ una point forward, cioè con capacità di attaccare dal palleggio, visione per poter arrivare a passaggi che creano, taglia fisica e mentalità difensiva di sfida per essere stopper sulla palla, attivo per proteggere il ferro e sostenibile in ogni cambio difensivo. Beh, un type difficile da trovare, o anche solo immaginare.

B. Draymond Green sta dominando in questi PO. Molti, dopo un buona partita, si aspettano da lui una partita negativa (insieme al non controllo dell’aspetto nervoso). E invece, dopo una buona partita ne è arrivata una ancora migliore, e poi ancora. Ha avuto un Netrating (differenza tra Offensive Rating e Defensive Rating, ossia il contributo effettivo di un giocatore quando è in campo) negativo solo una volta (nella prima vittoria dei Clippers dove gli Warriors hanno sprecato un vantaggio di oltre 30 punti). USG% vario e non per casualità, ma per presenza quando necessario. Percentuale reale (TS%) nelle ultime tre partite sempre sopra il 60%, abbinandolo ad un AST% che è stato di 40.4, 41.4, 33.3. Ciò significa essere reali playmaker (cioè costruttori di vantaggi). Infine sta avendo una grande capacità di stoppare togliendo punti e speranze agli avversari: 4 stoppate a partita.

C. Pascalino Siakam è una visione per andare verso il Draymond Green type. Una storia di come si possa migliorare lavorando col sorriso stampato in faccia. Siakam è il giocatore che sia Philadelphia che Milwaukee hanno scelto come bersaglio tattico giocando contro i Raptors. Prima Embiid nel (non) marcarlo, poi i Bucks nel sfidarlo. I numeri dicevano di un Siakam in difficoltà, lasciato quasi abbandonato in un angolo, obbligato a tirare (4.7 tentativi rispetto ai 2.7 della RS) senza segnare mai (26.3% da 3, dopo aver chiuso la regular season sfiorando il 37%).

credits clutchpoints.com

Poi nelle ultime tre partite contro Milwaukee si è vista l’idea di volerlo togliere dalla gabbia nell’angolo, coinvolgendolo con la palla in mano in dribble hand off, lo ha portato a sentirsi attaccante per necessità e non per obbligo forzato. E’ tornato così a creare punti e gioco. No, Pascalino era solo abbandonato, non era in difficoltà. Le sue percentuali da 3 punti (per togliere la possibilità a Green di essere quasi totalmente dedicato lontano dalla palla a proteggere il ferro e raddoppiare Kawhi) e il suo spingere la transizione partendo da rimbalzo e attaccando dal palleggio (per costringere ad un extra lavoro Draymond, con conseguente rischio di falli) saranno due dettagli fondamentali per i Raptors.

 

 

Le panchine. Dubbi, minuti, canestri da 3.

 

A. Fred Jr. VanVleet non giocherà questa finale. Nemmeno la guarderà. E’ troppo piccolo. E’ nato un lunedì, precisamente il 13 maggio, mentre suo padre stava giocando i Playoff NBA con la maglia dei Raptors. Stava giocando malino, e tirando peggio (7 su 44 in totale, con 3 su 25 da 3). Dopo quel lunedì, i Raptors hanno rimontato i Bucks e oggi giocano la loro prime Finals della storia. Da quando è nato il piccolo Fred Jr. il suo papà non sbaglia più un tiro (12 su 19, e uno sbalorditivo 10 su 12 da 3). E’ bastato un giorno in ospedale, e come ha detto il numero 23 di Toronto “un giorno veramente speciale in ospedale”, per vedere tutto in modo diverso, anche il ferro.

 

B. La criticata panchina dei Raptors. Durante la serie contro Philadelphia è sembrata quasi non più ritenuta affidabile dal proprio allenatore, che abbassava i minuti, soprattutto nei momenti di difficoltà. Minuti che scendevano e poi risalivano, e in questo grafico il rapporto tra minuti e canestri da 3 è evidente. Che significa? Powell e VanVleet segnano da 3, Ibaka ne trae vantaggio per mettere un tiro frontale e, avere più spazio, per trovare rimbalzi e punti da secondi tiri. Insomma: segnate e quindi giocate di più.


C. La panchina dei Warriors è avvolta da dubbi. Ma anche senza Cousins, Durant e – per una partita – anche Thompson, deve andare in campo e deve giocare. C’è un Looney da amare (Big contemporaneo), c’è chi giocava in Lussemburgo tre anni fa (McKinney) e c’è chi ha già deciso che – ormai logoro – dovrà smettere alla fine dell’anno (Livingston). E i minuti anche qui possono essere di più o di meno, ma comunque dentro un sistema, anzi dentro una cultura di sistema. E il non dipendere dalla percentuale del tiro da 3, per sentire continuità di rotazione, rende una squadra ancora più forte. Non tutti i giorni nasce Fred Jr.

 

Non scappo dal pronostico. Dico Warriors indipendente da chi ci sarà, perché è la Squadra. Ma non vincerà in modo semplice contro la ferocia di Leonard e la leggerezza degli altri.

Ah. 4-2.

 

 

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