copertina di Paolo Mainini
articolo di Marco Pagliariccio

 

 

Pochi se la contendono, molti la criticano, tutti la bramano. L’Eurolega riaccende i motori e si prepara a un’altra edizione che sarà, giocoforza, condizionata dal covid-19. Focolai per fortuna al momento non ce ne sono (anche il Maccabi ha superato i problemi dopo alcuni contagi nelle scorse settimane), ma la questione dell’ingresso del pubblico nei palasport, che già ha turbato gli animi nella passata stagione, sarà ancora una tema centrale viste le diverse modalità di gestione degli ingressi attuate dai singoli stati. E così, almeno in partenza, ci si potrà imbattere in una Zalgirio Arena quasi sold out e in un Mediolanum Forum al 35% (che forse sarà portato al 50%), in una Mercedes Benz Arena da 2.000 posti e in una Yad Eliyahu da tutto esaurito, più tutte le sfumature che ci sono nel mezzo. Determinante? Probabilmente no, come abbiamo visto nella passata stagione. Irrilevante? Neanche, perché su certi campi il calore del pubblico sposta eccome.

Ad ogni modo, sarà ancora una volta un’Eurolega da leccarsi i baffi. È vero che l’Eurocup quest’anno presenta delle punte di eccellenza assoluta (Virtus, Partizan, Valencia su tutte), ma il fascino della “devotion” non ha eguali. È vero, grandi senatori come Vassilis Spanoulis e Felipe Reyes (attendendo decisioni dai fratelli Gasol…) hanno appeso le scarpe al chiodo, ma in compenso l’emorragia verso la NBA stavolta è stata assai meno pronunciata rispetto al recente passato (emblematico il no di Vasilje Micic ai Thunder). Anzi, probabilmente l’Eurolega ci ha guadagnato di più di quanto non abbia perso. Mike James è tornato da Brooklyn per trascinare l’attesissimo Monaco, Nicolò Melli torna in quella Milano da cigno dopo averla lasciata da pulcino, Shabazz Napier, Troy Daniels ed Emmanuel Mudiay in terra ex sovietica cercano il rilancio di una carriera che ha preso una china pericolosa. E poi, come sempre, occhio agli esordienti, con un occhio di riguardo per le due sensation Victor Wembanyama e Filip Petrusev. Il materiale per divertirsi, insomma, non mancherà di certo.

Noi, come sempre, cerchiamo di dare uno sguardo alle 18 contendenti passandole ai raggi X. Arrivi, partenze, spunti e riflessioni per arrivare pronti al via della caccia alle Final Four di Berlino 2022, consci del fatto che le previsioni di settembre sono come le promesse d’amore di inizio estate. Enjoy!

P.S.: istruzioni per l’uso. Il format ci impone un ranking punto per punto, ma idealmente sarebbe più corretto dividere le squadre in tre fasce: 1-4 (pretendenti al titolo); 5-15 (lotta per i playoff); 16-18 (cenerentole).

P.P.S.: per i più distratti, abbiamo spiegato come, dove, quando e perché vedere in tv e in streaming tutta la stagione. Cliccare QUI. 

 

 

18. ASVEL VILLEURBANNE

foto www.leprogres.fr

Out

Noua (Andorra), Hayes (Bursaspor), Walton (free agent), Bako (Manresa), Yabusele (Real Madrid), Cole (Malaga), Fall (Olympiacos).

In

Jones (Maccabi Tel Aviv), Okobo (Long Island Nets), Morgan (Pinar), Wembanyama (Nanterre), Antetokounmpo (Los Angeles Lakers), Osetkowski (Ulm), Fall (Baskonia), Gist (Bayern).

Roster

Jones, Strazel, Diot

Okobo, Lacombe, Houinsou

Lighty, Howard, Kahudi

Gist, Morgan, Wembanyama

Fall, Osetkowski, Antetokounmpo

Coach

TJ Parker (confermato)

Lo sentite l’hype nell’aria? La creatura della famiglia Parker (Tony in poltrona di presidente, TJ sulla panchina come coach) ha i fari di mezzo mondo cestistico addosso dopo la scelta di portare sul palcoscenico più prestigioso d’Europa la “next big thing” Victor Wembanyama, prodigio classe 2004 che dall’alto dei suoi 218 centimetri è praticamente in grado di far ogni cosa su un campo da basket: tirare, schiacciare, stoppare, volare a rimbalzo, ecc… Sarà curioso valutarne il suo impatto a questo livello, dopo aver fatto vedere discrete cose negli anni passati in casacca Nanterre. Con lui occhio al terzo dei fratelli Antetokounmpo, Kostas, rientrato in Europa dopo un paio di anni anonimi (ma con un anello al dito) in NBA. Il reparto lunghi più intrigante d’Europa sarà completato da Dylan Osetkowski, mani di fata in un fisico tutto da testare a questo livello, e James Gist, chiamato in fretta e furia una settimana fa per tamponare l’infortunio di Raymar Morgan (out almeno tre settimane). Senza dimenticare la scelta che più logica non si può di cambiare un Fall (Moustapha, diretto all’Oly) con un altro (Youssoupha, arrivato dal Baskonia). Nel reparto esterni, Chris Jones cerca spazio dopo una stagione così così al Maccabi, ma i fari sono puntati su Elie Okobo, che fallito l’approccio col mondo NBA torna in patria per provare a costruirsi una solida carriera europea: un progetto sulla scia di quelli di Guerschon Yabusele, volato al Real dopo una grande stagione a Lione, e di William Howard, una delle scommesse vinte lo scorso anno e che quest’anno avranno un ruolo ancora più importante al fianco dei veterani Lighty, Lacombe e Diot. Guai a considerarli solo una squadra simpatia.

[Per i suoi pari età, Victor Wembanyama è semplicemente troppo]

 

 

17. ALBA BERLIN

foto euroleague.net

Out

Siva (New Zealand Breakers), Giffey (Zalgiris), Brenneke (Francoforte), Fontecchio (Baskonia), Granger (Baskonia)

In

Blatt (Hapoel Gerusalemme), Zoosman (Maccabi Tel Aviv), Peno (Rasta Vechta), Smith (Ludwigsburg)

Roster

Lo, Blatt, Peno

Smith, Mattisseck, Delow

Eriksson, Zoosman, Olinde

Sikma, Thiemann, Schneider

Lammers, Koumadje, Nikic

Coach

Israel Gonzalez (vice)

Un anno di rottura pur su un sentiero di continuità. Ossimoro? Sì e no, guardando all’Alba versione 2021/2022, la cui novità più significativa è certamente in panchina. Coach Aito, che in quattro anni ha riportato i berlinesi due volte sul tetto di Germania (non ci riuscivano dal 2008) e soprattutto ad avere una struttura credibile a livello di Eurolega, ha deciso di prendersi una pausa di riflessione (preludio al ritiro?) e ha lasciato il pallino in mano al suo ormai storico vice Israel Gonzalez, che si potrà così giocare la sua prima chance da capo allenatore. O meglio, quasi prima chance, visto che lo scorso anno, quando l’allenatore spagnolo fu colpito dal covid-19, lo rimpiazzò centrando sette vittorie in 11 gare. Mica male. Il tecnico di Torrelavega avrà a disposizione una squadra che ha mantenuto parte dei suoi senatori, su tutti il trio Lo-Eriksson-Sikma, ma che dovrà continuare nella sua politica di (ri)lancio di giovani emergenti e pesche dal sommerso. Del primo gruppo fanno parte sicuramente i due israeliani Yovel Zoosman, con il quale, dopo la mancata esplosione in casa Maccabi, si proverà a ripetere le operazioni Giedraitis e Fontecchio, e Tamir Blatt, un figlio d’arte che aspettava la chance ad altissimo livello e che con Maodo Lo formerà un due elettrico in cabina di regia. Il vero “season changer”, passando al secondo gruppo, potrebbe essere Jaleel Smith, passato in tre anni dalla A2 tedesca al titolo di MVP della Bundesliga: non un talento cristallino, ma un giocatore in grado di essere utile in tante situazioni sia in attacco che in difesa. Confermarsi mina vagante e trampolino di lancio verso le big d’Europa, ma soprattutto confermare la solidità societaria che ha portato all’acquisizione di una wild card biennale l’obiettivo gialloblu.


[Il saluto dei tifosi dell’Alba a coach Aito: leggenda]

 

 

16. CRVENA ZVEZDA MTS BELGRADE

Out

O’Bryant (Ankara), Hall (Bahcesehir), Walden (Bayern), Reath (Illawara Hawks), Radanov (Igokea), Jagodic-Kuridza (Buducnost), Simanic (Mega), Nnoko (Baskonia), Colom (Aek), Loyd (Zenit).

In

Wolters (Kazan), Ivanovic (Buducnost), Hollins (Zenit), Lazarevic (Zeleznik), Kalinic (Valencia), White (Panathinaikos), Zirbes (Al Ahli), Mitrovic (Buducnost).

Roster

Wolters, Ivanovic, Uskokovic

Hollins, Lazic, Lazarevic

Kalinic, Dobric, Davidovac

White, Simonovic, Mitrovic

Kuzmic, Zirbes

Coach

Dejan Radonjic (confermato)

Il faraonico mercato degli odiati cugini del Partizan ha offuscato l’estate della Stella Rossa, che dalla sua ha la settimana partecipazione nelle ultime otto edizioni di Eurolega. Il problema è che, pur facendo spesso scalpi importanti, i biancorossi non sono mai riusciti a superare lo scoglio dell’accesso ai playoff, che anche quest’anno sembra fuori portata. Il quintetto, soprattutto negli esterni, è tutto sommato interessante, con i ritorni di Nate Wolters (che proprio la Stella Rossa portò in Europa un lustro fa) e soprattutto Nikola Kalinic, che per sua stessa dichiarazione vuole ergersi a leader anche offensivo del team, ad intersecarsi con l’ingaggio di Austin Hollins, chiamato a fare pentole e coperchi nel ruolo che è stato di un torrido Jordan Loyd. Sotto canestro, il brutto infortunio alla mano di Aaron White riapre spazi all’altro cavallo di ritorno, Luka Mitrovic, che avrà la compagnia del veterano Marko Simonovic, mentre la coppia Kuzmic-Zirbes ha taglia fisica ed esperienza ma sembra aver passato gli anni buoni della propria carriera. Dietro, da valutare la seconda chance al massimo livello per l’ex Capo d’Orlando Nikola Ivanovic, una certezza al piano di sotto con il Buducnost. Squadra solida e che troverà sicuramente conforto dalla riapertura dei palazzetti: l’effetto Pionir-Stark Arena può garantire qualche successo in più tra le mura amiche, ma andare molto molto oltre le 10 vittorie della passata stagione non sarà semplice.

 

 

15. AS MONACO

foto eurohoops.net

Out

Carrington (Siviglia), Bost (Galatasaray), Choupas (free agent), Inglis (free agent), Knight (free agent), N’Doye (Cholet), Ratton (free agent), Yeguete (free agent), O’Brien (free agent), Lessort (Maccabi), Cissoko (free agent).

In

Westermann (Barcelona), Lee (Orleans), Andjusic (Bourg), Ouattara (Siviglia), Diallo (Lavrio), Traorè (Centre Federal de Basketball), Motum (Nanterre), Motjejunas (Xinjiang), Hall (Orlando Magic), Boutsiele (Limoges), Thomas (Kazan), James (Brooklyn Nets).

Roster

James, Westermann, Gray, Lee

Andjusic, Ouattara, Demahis

Diallo, Traorè

Thomas, Motum, Hall

Motiejunas, Boutsiele, Fall-Faye

Coach

Zvezdan Mitrovic (confermato)

Fino a metà settembre il Monaco, che già aveva sorpreso tutti ad aprile vincendo l’Eurocup e staccato così il pass per l’Eurolega, sembrava essere destinato al ruolo di Cenerentola della competizione. La rivoluzione del roster per adeguarlo a un livello superiore aveva sì portato giocatori navigati come Leo Westermann e Brock Motum, scommesse intriganti come il bomber serbo Danilo Andjusic e l’ala ex Orlando Magic Donta Hall, e soprattutto un grande ritorno in Europa come l’ex trevigiano Donatas Motiejunas. Ma l’impressione era che fosse un po’ poco per fare rumore tra le grandi del continente. Di colpo, però, la squadra del Principato ha iniziato a fare rumore prelevando prima un veterano come Will Thomas e poi soprattutto convicendo Mike James a tornare in Europa, approfittando della corposa buonuscita rimediata dal Cska per abbattere il costo d’ingaggio del talentuosissimo ma spesso problematico esterno americano. Ovvio che inserire un giocatore molto polarizzante come il capocannoniere dell’Eurolega 2019 costringe coach Mitrovic a rivedere tutte le gerarchie e tutto l’impianto della sua squadra, sottraendo responsabilità (ma magari liberando spazi) a Rob Gray, uno degli eroi della splendida passata stagione, e i già citati Motiejunas e Andjusic. Cosa aspettarsi? Un Mike James da 30 di media, timeout col broncio e tante sconfitte o un giocatore maturato dai ripetuti problemi di coesistenza patiti in carriera e capace di elevare il rendimento della squadra? Probabile che da questo bivio passi gran parte della stagione monegasca.


[Mike James già nel mood giusto]

 

 

14. PANATHINAIKOS OPAP ATHENS

foto euroleague.net

Out

Mack (free agent), Auguste (Cedevita), Diplaros (Apollon Patrasso), Vougioukas (free agent), Kalaitzakis (Milwaukee Bucks), A. White (Stella Rossa), Mitoglu (Milano), Bentil (Bahcesehir), Hezonja (Kazan).

In

Evans (Milano), Perry (Cedevita), Macon (Aek), O. White (Kazan), Floyd (Hapoel Galil Gilboa), Mantzoukas (Promitheas).

Roster

Perry, Bochoridis

Nedovic, Macon

Papapetrou, Sant-Roos, Kaselakis

White, Mantzoukas

Papagiannis, Evans, Floyd

Coach

Dimitris Priftis (Kazan)

Sono passati 10 anni dall’ultimo titolo continentale del Panathinaikos, nove dall’ultima apparizione alle Final Four, ma anche questa sembra destinata ad essere un’altra stagione anonima per i verdi. Ancora un ribaltone, a partire dal ritorno di Dimitris Priftis (era stato assistente di Alvertis nel 2014), ma l’impressione è che la direzione del progetto non sia così chiara. Quantomeno, dopo le fortissime sirene NBA, è rimasto Papapetrou, pezzo pregiato del roster e destinato ad essere sempre più riferimento anche offensivo della squadra visti i continui problemi fisici di Nedovic e la partenza di Hezonja in direzione Kazan. I verdi daranno una chance a due americani emergenti come il funambolo Kendrick Perry in cabina di regia e Daryl Macon nel ruolo di guardia, mentre sotto canestro si passa da un White all’altro, con il solido Okaro portato da Priftis a rimpiazzare il troppo spesso evanescente Aaron, mentre sotto canestro a coprire le spalle all’infinito Papagiannis ci sarà non solo l’ex milanese Jeremy Evans ma anche un’altra scommessa, l’atletico Jehyve Floyd che tanto bene ha fatto in Israele al Galil Gilboa. Tante variabili che devono settarsi sul segno più per lottare per un posto nei playoff.

[Papapetrou ha alzato subito il volume della radio in preseason: 41 punti e 8 assist contro la Virtus Bologna]

 

 

13. UNICS KAZAN

foto euroleague.net

Out

Antipov (Nizhni), Wolters (Stella Rossa), Sergeev (Avtodor), Smith (Bahcesehir), Morgan (free agent), Holland (free agent), Theodore (Alvark Tokyo), Kolesnikov (Avtodor), Kaimakoglu (ritirato)

In

Spissu (Sassari), L. Brown (Fenerbahce), Zaytsev (Khimki), Hezonja (Panathinaikos), Jekiri (Baskonia), Vorontsevich (Nizhny), Mayo (Liaoning Flying Leopards), Brantley (Utah Jazz).

Roster

Brown, Spissu, Zaytsev

Mayo, Canaan, Komolov

Hezonja, Uzinskii, Zhbanov

Brown, Brantley, Vorontsevich, Valiev

Jekiri, Klimenko

Coach

Velimir Perasovic (free agent)

Strappato coi denti alla Virtus Bologna il pass per questa Eurolega, l’Unics Kazan ci si presenta con tutte le carte in regola per fare da mina vagante. Cambi profondi quelli decisi dalla dirigenza russa guidata dal gm Claudio Coldebella, a partire dalla panchina, dove Priftis ha lasciato il posto a Perasovic, che torna in pista a due anni dalla fine della sua terza parentesi col Baskonia. La sfida vera per il tecnico croato sarà quella di trovare l’equilibrio all’interno di un roster dal talento “selvaggio” soprattutto negli esterni, dove dovranno coesistere un Lorenzo Brown in cerca di rilancio dopo una stagione così così al Fener, due frombolieri come Isaiah Canaan e OJ Mayo e un giocatore come Mario Hezonja che al Pana ha mostrato lampi da top player assoluto. Più vicino al ferro, Jekiri porta stazza e solidità a rimbalzo, Vorontsevich aggiunge intelligenza tattica e tiro da fuori, poi ci sono le due scommesse da vincere: il pivot tascabile con la dinamite nelle gambe John Brown, che ogni anno sembra essere arrivato al suo apice e che invece continua la sua scalata partita dalla A2 italiana, e l’oggetto misterioso Jarrell Brantley, che dopo aver provato (con scarsi risultati) a farsi largo nel roster degli Utah Jazz sbarca in Europa per confermare i numeri da star che aveva collezionato al college di Charleston. A parte tutto, però, ovviamente gli occhi di noi italiani saranno tutti per Marco Spissu. L’ex Sassari si è visto chiudere la porta in faccia da Malaga, ma ha trovato un portone aperto a Kazan, con l’occasione di seguire le orme di tanti big nostrani diventati tali grazie a una chance fuori dai nostri confini. In partenza coprirà le spalle a Brown e dovrà giocarsi minuti preziosi con Zaytsev, ma i casi Melli, Polonara e Fontecchio insegnano…

[Qui è quando OJ Mayo disse a Michael Jordan che lo avrebbe distrutto… Spoiler: non finì benissimo per OJ]

 

 

12. ZALGIRIS KAUNAS

Out

Walkup (Olympiacos), Garino (Nanterre), Hayes (Barcellona), Geben (Bamberg), Rubit (Bayern), Jokubaitis (Barcellona), Vasturia (ritirato), Grigonis (Cska).

In

Mudiay (Utah Jazz), Kalnietis (Loko), Nebo (Hapoel Eilat), Strelnieks (Cska), Cavanaugh (Tenerife), Giffey (Alba), Ulanovas (Fenerbahce).

Roster

Mudiay, Lekavicius, Kalnietis

Milaknis, Strelnieks, Rubstavicius

Ulanovas, Giffey, Lukosiunas

Cavanaugh, Jankunas

Lauvergne, Nebo, Blazevic

Coach

Martin Schiller (confermato)

Tra grandi ritorni, solidi mestieranti e una potenziale star, lo Zalgiris ci riprova. Obiettivo playoff per i ragazzi di coach Schiller, che lo scorso anno, dopo le magie della gestione Jasikevicius, ha fallito il bersaglio con un finale di regular season in calando. Con Grigonis scippato dal Cska (che “in cambio” ha parcheggiato Strelnieks) e gli emergenti Jokubaitis ed Hayes pescati proprio da Saras per puntellare il dream team catalano, la dirigenza lituana ha tappato le falle con due cavalli di ritorno: l’eterno Mantas Kalnietis, che insieme a Jankunas avrà il ruolo di chioccia della squadra, e un Edgaras Ulanovas che non è riuscito a traslare il suo gioco in terra turca e che ha preferito quindi tornare nella sua zona di comfort. Soprattutto, però, ha deciso di scommettere su un potenziale crack come Emmanuel Mudiay. Il congolese d’America, scelta numero 7 dei Nuggets nel draft 2015 dopo una stagione in Cina uscendo direttamente dall’high school, sembrava destinato a una carriera NBA di alto livello, ma dopo una promettente stagione da rookie (che gli valse il secondo quintetto tra le matricole nel 2016) non è mai davvero riuscito ad imporsi. Fisico scultoreo per un esterno, grande giocatore di 1vs1 e buon difensore sulla palla, se saprà implementare le sue letture di gioco e calarle nella realtà europea allora potrebbe davvero essere la pesca dell’anno in Eurolega.

Intanto 32+6+6 all’esordio in campionato lituano contro lo Dzukija

 

 

11. BASKONIA VITORIA-GASTEIZ

foto Baskonia

Out

Jekiri (Kazan), Henry (Fenerbahce), Diop (Gran Canaria), Fall (Asvel), Polonara (Fenerbahce), Dragic (free agent).

In

Marinkovic (Valencia), Baldwin (Bayern), Granger (Alba), Fontecchio (Alba), Nnoko (Stella Rossa), Costello (Gran Canaria), Enoch (Obradoiro).

Roster

Baldwin, Granger

Marinkovic, Kurucs

Giedraitis, Fontecchio, Raieste

Peters, Sedekerskis

Nnoko, Costello, Enoch

Coach

Dusko Ivanovic (confermato)

Se il Baskonia della stagione passata ha avuto un problema è stato certamente quello delle rotazioni ridotte all’osso. Con 12 giocatori, dei quali tre (Diop, Raieste e Kurucs) utilizzati per meno di 6’ a partita e Vildoza a salutare la compagnia a inizio aprile per volare ai Knicks, Ivanovic è sì riuscito a spremere il meglio da Henry, Polonara (partiti in coppia in direzione Fenebahce), Giedraitis e Peters, ma col senno di poi probabilmente ha pagato carissimo i periodi di down dei suoi big, che sono costati quel paio di sconfitte decisive al fine di uscire fuori dalle prime otto. Il Baskonia 2021/2022 non sembra aver ovviato a questo problema, anche se la qualità nel roster rossoblu non manca. A tappare la voragine creatasi in cabina di regia sono arrivati “Mini Westbrook” Wade Baldwin, rigenerato dalla cura Trinchieri al Bayern, e il cavallo di ritorno Jayson Granger, mentre Vanja Marinkovic dovrà rimpiazzare Zoran Dragic e provare finalmente ad esplodere per davvero ad altissimo livello. Il reparto lunghi è nuovo di zecca, con i muscoli di Landry Nnoko e Steven Enoch che si completano con la tecnica e la capacità di aprire il campo di Matt Costello, ma ovviamente c’è grande curiosità di capire cosa potrà fare Simone Fontecchio. Dopo una ottima stagione all’Alba e un’estate magica con la Nazionale, l’ala azzurra arriva idealmente a coprire la partenza di Achille Polonara, ma è chiaro che parliamo di giocatori con caratteristiche totalmente differenti. L’ex Reggio Emilia dovrà sgomitare tra Rokas Giedraitis e Alec Peters per trovare minuti nei due spot di ala, mettendo sul piatto quella sfrontatezza, unita a mani morbidissime e grande intelligenza nel gioco lontano dalla palla, che ne hanno fatto uno dei perni della sorprendente Italia olimpica. Mina vagante in grado di qualsiasi impresa, saprà trovare la regolarità necessaria per finire in Top 8? P.S.: il Baskonia non ha nessun giocatore spagnolo a roster. Com’era la storia dei #troppistranieri?

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10. MACCABI TEL AVIV

foto euroleague.net

Out

Jones (Asvel), Cline (free agent), Hunter (Bayern), Casspi (ritirato), Dorsey (Olympiacos). Alber (Holon), Zoosman (Alba), Bender (free agent).

In

Evans (Haifa), Williams (Valencia), Reynolds (Bayern), Nunnally (New Orleans Pelicans), Harush (Ashkelon), Taylor (Amburgo), Ziv (Hapoel Galil Gilboa), Lessort (Monaco).

Roster

Wilbekin, Evans, Di Bartolomeo

Taylor, Ziv, Harush

Nunnally, Blazer

Williams, Caloiaro, Cohen

Zizic, Reynolds, Lessort, Sorkin

Coach

Ioannis Sfairopoulos (confermato)

Sembra sempre mancare qualcosa al Maccabi negli ultimi anni per tornare lassù in alto e rinverdire i fasti di un passato che si allontana passo dopo passo. Il sorprendente trionfo di Milano del 2014 sta sbiadendo e i gialloblu ancora non riescono a trovare il modo neanche di tornare a quei playoff che mancano dal 2015. Ancora una volta sarà il Maccabi di Scottie Wilbekin, che ha dimostrato di essere sicuramente un grandissimo giocatore ma forse mezzo gradino sotto i veri big d’Europa. Giocatore elettrizzante, leader per vocazione, a volte però i suoi passaggi a vuoto e qualche errore di troppo “in the clutch” sono costati cari ai gialloblu, che per di più in questo inizio di stagione hanno dovuto fare i conti con un focolaio covid in casa che ha rallentato la preparazione maccabea e con l’infortunio che terrà fuori Ante Zizic (prontamente rimpiazzato con l’innesto bimestrale di Mathias Lessort) fino a dicembre. Ritiratosi Omri Casspi e fallita l’operazione rilancio di Dragan Bender, rimpiazzati con un “incompleto di lusso” come il Derrick Williams post-Bayern, perso Tyler Dorsey in direzione Oly e sostituito con l’usato più che sicuro (subito Mvp di Supercoppa israeliana) James Nunnally e lasciato andare volare a Monaco Othello Hunter per far salire sull’aereo di ritorno Jalen Reynolds, la chiave degli israeliani potrebbe essere nelle due scommesse piazzate sugli esterni. Keenan Evans, compagno di squadra del nostro Davide Moretti a Texas Tech, ha fatto fuoco e fiamme nel campionato israeliano con la canotta del Maccabi Haifa (18,5 punti e 6,4 assist a partita), mentre l’ex Amburgo Kameron Taylor non è nuovo a sfide come questa, lui che è partito dalla terza lega tedesca per arrivare nel giro di un lustro a giocarsi le sue chance in Eurolega. Se il loro impatto sarà più determinante rispetto a quello dell’ondivago Chris Jones o dell’inespresso Yovel Zoosman allora…

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9. OLYMPIACOS PIRAEUS

foto euroleague.net

Out

Spanoulis (ritirato), Nikolaidis (Lavrio), Harrison (Ankara), Charalampopoulos (Venezia), Jenkins (Tenerife), Koufos (free agent), Ellis (Ankara).

In

Walkup (Zalgiris), Dorsey (Maccabi Tel Aviv), Fall (Asvel).

Roster

Sloukas, Walkup

Dorsey, Lountzis, Larentzakis, Oikonomopoulos

McKissic, Papanikolaou, Vasileios, Muosa

Printezis, Vezenkov, Jean-Charles

Fall, Martin

Coach

Georgios Bartzokas (confermato)

Anno 1 d.S. (dopo Spanoulis) in casa Olympiacos. E non è detto che debba per forza di cose essere una tragedia. V-Span poteva ancora garantire qualche guizzo del suo straordinario bagaglio tecnico, cerebrale e di “cojones”, ma ormai da qualche anno le gerarchie in casa biancorossa si stanno evolvendo. Ormai, nonostante la presenza di due figure di peso come Printezis e Papanikolaou (ma i positivissimi Vezenkov e McKissic della scorsa stagione reclamano minuti), questo è l’Oly di Kostas Sloukas. Metronomo con pochi eguali, tendenza a metterla con costanza nei momenti caldi della gara, chiedergli pure di essere scorer 15-16 punti a sera come lo Spanoulis degli anni migliori sarebbe però ingeneroso. E allora per alleggerirgli la pressione offensiva, aspetto in cui non era riuscito lo scorso anno Aaron Harrison, ecco Thomas Walkup, tuttofare nei ruolo di 1 e 2, e soprattutto Tyler Dorsey, chiamato a confermare il crescendo continuo mostrato nel biennio al Maccabi. Sotto canestro, Bartzokas insiste nella sua passione per lunghi piccoli e intercambiabili, ma nel ruolo di “stopper” al posto di un Octavius Ellis parso spesso pesce fuor d’acqua ecco l’infinito Moustapha Fall, cui si chiedono rimbalzi e intimidazione. Squadra multiforme, obiettivo playoff assolutamente alla portata.

[Ma l’amore dei tifosi dell’Oly è sempre V-Span]

 

 

8. FC BAYERN MUNICH

foto euroleague.net

Out

Baldwin (Baskonia), Seeley (Buducnost), Reynolds (Maccabi Tel Aviv), Flaccadori (Trento), Amaize (Braunschweig), Kramer (Braunschweig), Grant (Verona), Gist (Asvel), Rudan (Mega), Johnson (Ankara).

In

Walden (Partizan), Jaramaz (Partizan), Hilliard (Cska), Obst (Ulm), Obiese (Wurzburg), Thomas (Alvark Tokyo), Rubit (Zalgiris), Ogunsipe (Amburgo), Hunter (Maccabi Tel Aviv).

Roster

Walden, Jaramaz, Sisko

Hilliard, Weiler-Babb, Obst, George

Lucic, Djedovic, Obiese

Zipser, Thomas, Ogunsipe

Hunter, Rubit, Radosevic

Coach

Andrea Trinchieri (confermato)

È un Bayern molto meno italiano (via il vice coach Vertemati, Flaccadori e Grant tutti rientrati in patria) e sicuramente “strano” quello che cerca conferme dopo l’exploit della scorsa stagione. Strano più che altro pensando al suo condottiero Andrea Trinchieri, un coach che ha sempre amato pescare nel sommerso o comunque dare chance importanti a giocatori in fasi delicate della loro carriera. E invece stavolta pochi fronzoli per dare più profondità e fisicità a una squadra che ha dovuto giocoforza modificare parte dell’assetto trovato meravigliosamente nella passata stagione. Via il faro del gioco bavarese, Wade Baldwin, Trinchieri ha voluto con sé Corey Walden e Ognjen Jaramaz, pretoriani del “suo” Partizan che avranno la chance di misurarsi in Eurolega dopo aver dimostrato di essere dei top player al piano di sotto. L’arrivo di una delle rivelazioni dell’estate olimpica, il baffuto Andrea Obst, aggiunge pericolosità al tiro, mentre Darrun Hilliard dovrà togliere un po’ di peso offensivo all’ormai consacrato Vladimir Lucic. Diverse le novità anche sotto canestro. Jalen Reynolds ha preferito monetizzare la grande stagione passata emigrando al Maccabi, così l’aereo di ritorno da Tel Aviv ha portato con sé l’usato sicuro Othello Hunter, che avrà come colleghi di reperto il confermato Leon Radosevic e un altro uomo del Trinka, quell’Augustine Rubit che proprio il tecnico milanese fece sbarcare in Eurolega ai tempi di Bamberg. Ultimo tassello il ritorno in Europa di una vecchia conoscenza del nostro basket come DeShaun Thomas, che con la firma di un anno fa in Giappone sembrava già orientato verso la fase discendente della sua carriera e che invece, a 30 anni, ha accettato la sfida di aiutare il Bayern a ripetersi. Squadra forse meno estrosa ma più navigata e profonda: difesa alla morte, ritmo e gioco corale saranno ancora una volta le carte per colmare il gap con le altre big.

Sarà gustosa la pizza bavarese anche senza l’apporto di coach Vertemati, rientrato a Varese?

 

 

7. ZENIT ST. PETERSBURG

Out

Rivers (free agent), Pangos (Cleveland Cavaliers), Fridzon (free agent), Hollins (Stella Rossa), Khvostov (Nizhni), Trushkin (Loko), Black (free agent), Thomas (Monaco).

In

Napier (Washington Wizards), Frankamp (Murcia), Toptunov (Burevestnik), Kulagin (Lokomotiv), Loyd (Stella Rossa), Mickey (Khimki), Kuzminskas (Loko), Karasev (Khimki).

Roster

Napier, Frankamp, Toptunov

Loyd, Baron, Zakharov

Ponitka, Karasev, Kulagin, Volkhin

Poythress, Kuzminskas, Zubkov, Karvanen

Gudaitis, Mickey, Pushkov

Coach

Xavi Pascual (confermato)

L’appetito vien mangiando. E così lo Zenit, dopo aver costretto a gara 5 il Barcellona nei quarti della scorsa stagione, quest’anno ci riprova con un roster puntellato ulteriormente per provare a confermarsi ai massimi livelli. Perso Kevin Pangos in direzione NBA e lasciato andare Austin Hollins, coach Xavi Pascual non è certo rimasto in un angolo a piangere. E così ecco che le chiavi della squadra sono in mano Shabazz Napier, icona del basket collegiale (due titoli NCAA in canotta UConn) che ha saputo traslare solo in parte il suo gioco a livello NBA e che quindi ha deciso di portare il suo talento non indifferente sulle rive del Baltico. I primi guizzi sono stati abbacinanti (33 punti contro Kazan nella semifinale di Supercoppa), anche se un infortunio alla caviglia dopo pochi secondi della finalissima col Cska lo terranno ai box per un mesetto. Ci sarà più spazio per l’interessante Conner Frankamp, potenzialmente un Pangos in fieri che ha fatto molto bene in maglia Murcia. Il braccio armato dovrebbe essere Jordan Loyd, che dopo aver fatto pentole e coperchi alla triste Stella Rossa 2020/2021 stavolta avrà licenza di uccidere a un livello decisamente superiore, ma poi a dargli man forte ci saranno i confermati Billy Baron e Mateusz Ponitka oltre a quel Sergey Karasev che torna nella sua San Pietroburgo dopo averla lasciata nel 2019. Sotto canestro conferme meritate per Alex Poythress e Arturas Gudaitis, i destinatari principali delle costruzioni geometriche di Pangos l’anno passato, con un altro ex Milano, Mindaugas Kuzminskas, e Jordan Mickey ad aggiungere ulteriore esperienza. Ripetersi in Eurolega e ridare l’assalto al trono del Cska in patria gli obiettivi dichiarati.

[Quel crossover… e quel no-look…]

 

 

6. FENERBAHCE BEKO ISTANBUL

foto fenerbahce.org

Out

Brown (Kazan), Perez (Ankara), O’Quinn (Parigi), Sipahi (Zaragoza), Eddie (Strasburgo), Muhammed (free agent), Ulanovas (Zalgiris), Candan (Bahcesehir).

In

Henry (Baskonia), Hazer (Besiktas), Shayok (Bursaspor), Akpinar (Bahcesehir), Polonara (Baskonia), Birsen (Pinar), Booker (Khimki).

Roster

Henry, Mahmutoglu, Hazer

De Colo, Shayok, Akpinar

Guduric, Pierre, Biberovic

Polonara, Barthel, Birsen, Onan

Vesely, Booker, Duverioglu

Coach

Aleksander Djordjevic (Virtus Bologna)

Sono stati mesi sulle montagne russe per il primo Fenerbahce post-Obradovic. Il delfino Igor Kokoskov, dopo un terribile inizio di stagione, ha rimesso in carreggiata i gialloblu nella seconda metà trovando la qualificazione ai playoff. La serie col Cska è finita rapidamente a causa del covid-19 che ha colpito tutto il team nel momento più delicato dell’anno, ma tanto bastava per guadagnarsi la riconferma anche per questa stagione. E così il gm Maurizio Gherardini si è tuffato sul mercato per correggere gli errori dell’anno precedente ed accontentare l’allenatore serbo. Due dei nomi nuovi emersi dall’ultima Eurolega, Pierria Henry e il nostro Achille Polonara (che, col solo Barthel nei paraggi, dovrebbe avere i galloni di 4 titolare), avranno il compito di dare un upgrade alla squadra rispetto ai deludenti Lorenzo Brown ed Edgaras Ulanovas, Marial Shayok aggiunge estro e potenza di fuoco per alleggerire il carico sulle spalle del duo De Colo-Guduric, mentre Devin Booker aggiunge potenza e atletismo al fianco di Vesely e Duverioglu. Tutto ok? Neanche per sogno. A fine luglio Kokoskov lascia la squadra per accettare il ruolo di assistant coach ai Dallas Mavericks e così il Fener, cucito su misura sulle indicazioni del suo coach, si ritrova senza il suo condottiero. La dirigenza corre ai ripari mettendo sotto contratto Sale Djordjevic, cui a sua volta non è bastato lo scudetto per salvare la sua di panchina alla Virtus Bologna. L’unica mossa concessa al neo coach è l’ingaggio di Sehmus Hazer, nome nuovo del basket turco reduce da una grande annata al Besiktas, per tamponare l’addio di Alì Muhammed aka Bobby Dixon, che ha ammainato la sua bandiera sul Bosforo dopo sei anni irripetibili. Il talento è da piani altissimi, riuscirà Sale a sentire questa squadra davvero sua?

foto trendbasket.net

 

 

5. AX ARMANI EXCHANGE MILANO

foto Getty Images

Out

Punter (Partizan), Cinciarini (Reggio Emilia), Moretti (Pesaro), LeDay (Partizan), Micov (Buducnost), Roll (free agent), Brooks (Venezia), Evans (Panathinaikos).

In

Grant (Promitheas), Daniels (Denver Nuggets), Hall (Bamberg), Mitoglu (Panathinaikos), Alviti (Trieste), Ricci (Virtus Bologna), Melli (Dallas Mavericks).

Roster

Delaney, Rodriguez, Grant

Daniels, Hall, Moraschini

Shields, Datome, Alviti

Melli, Mitoglu, Ricci

Hines, Tarczewski, Biligha

Coach

Ettore Messina (confermato)

La sbornia dello storico approdo alle Final Four, l’hangover dello 0-4 nella finale scudetto contro la Virtus. Il finale di stagione milanese è stato agrodolce. Ma Ettore Messina è stato chiaro: la sfida non era arrivare una volta alle Final Four, ma confermarsi ogni anno almeno ai playoff. Non semplice a dirsi per un club che prima dello scorso anno aveva un solo ingresso nelle prime otto nell’era dell’Eurolega contemporanea. Ma invece di apportare correttivi minimi per limare gli angoli troppo acuti, l’Olimpia ha cambiato in maniera più robusta. Un po’ per scelta (vedi partenze di Micov, Roll e Brooks), un po’ per necessità (vedi non conferma di LeDay), un po’ per scelta altrui (hai detto Punter?). La firma di maggior rumore è stata certamente quella di Nicolò Melli, che ritorna a Milano da re (è co-capitano insieme a Sergio Rodriguez) dopo esserne uscito dalla porta di servizio nel 2014, che con Hines forma una coppia che per fisicità, difesa e intelligenza tattica ha pochissimi eguali in Europa. Dino Mitoglu avrà il non semplice compito di non far rimpiangere, con armi diverse, il super LeDay della scorsa stagione, compito ingrato che avrà anche Troy Daniels, tiratore veterano dei parquet NBA che dovrà evitare all’esigente tifo milanese di far pensare con nostalgia alle scorribande di Kevin Punter. Jerian Grant, dopo una stagione super al Promitheas, dovrà alleggerire i compiti di regia a Rodriguez e soprattutto a un Delaney troppo intermittente, mentre Devon Hall, messosi in mostra a Bamberg, porta brio, tiro e difesa. Nel complesso, sembra una Milano più a misura di coach Messina, più profonda e fisica ma con poco spazio per l’estro, cui dovranno provvedere il Chacho e uno Shavon Shields che, liberato dall’ingombrante presenza di Punter, sarà chiamato ancora di più ad essere finalizzatore come ai tempi di Trento. A meno che non arrivi un ulteriore, chiacchierato rinforzo sugli esterni (Elijah Bryant? Isaiah Cordinier?)…

 

 

4. FC BARCELONA

foto www.lighthome.in

Out

Bolmaro (Minnesota Timberwolves), Hanga (Real Madrid), Westermann (Monaco), Pustovij (Gran Canaria), Gasol (free agent), Claver (Valencia), Badio (Francoforte).

In

Laprovittola (Real Madrid), Jokubaitis (Zalgiris), Hayes (Zalgiris), Sanli (Efes).

Roster

Calathes, Laprovittola

Higgins, Kuric, Jokubaitis

Abrines, Martinez

Mirotic, Hayes, Smits

Davies, Sanli, Oriola

Coach: Sarunas Jasikevicius (confermato)

Può essere non del tutto convincente una stagione in cui vinci ACB e Coppa del Re e arrivi in finale di Eurolega perdendo solo nei minuti finali? Diciamo di sì, se sei il Barcellona e sei reduce da una delle campagne acquisti più sontuose degli ultimi anni. Proprio da quella finale persa contro l’Efes sembra come essersi incrinato qualcosa in casa blaugrana. È chiaro che il terremoto nella sezione calcio, con le difficoltà economiche che hanno portato alla rinuncia di Leo Messi, si stiano riverberando anche sul basket, se la società ha proposto un ritocco verso il basso dell’ingaggio di quel Nikola Mirotic strappato alla NBA a suon di milioni solo un anno fa. Proposta rispedita al mittente e allora il Barcellona che è uscito dal mercato estivo pare sì ancora una corazzata, ma con qualche certezza in mano rispetto a qualche mese fa. La voragine, in particolare, si è aperta nel reparto ali: Hanga è emigrato agli odiati rivali del Real, Claver si è accasato al Valencia, Abrines sarà ai box per 4 mesi per un infortunio al ginocchio, per cui al momento ci sono solo Nigel Hayes, voluto con sé da coach Jasikevicius dopo averlo portato allo Zalgiris nel 2019 come Rokas Jokubaitis, e il giovane Sergi Martinez. L’arrivo di Laprovittola tampona le partenze di Bolmaro e Westermann e con la sorpresa dell’ultima Eurolega, Sertac Sanli, strappata all’Efes si puntella un reparto lunghi dove resta l’incognita Pau Gasol, per ora fuori dal team ma formalmente ancora non ritiratosi dal basket giocato. La squadra è fortissima, ma l’impressione è che più che mancare qualcosa a livello tecnico sia l’ambiente a non essere sereno, come testimoniato dalla clamorosa rimonta da +21 subita nella finale di Supercoppa contro il Real. Al Barcellona l’unico obiettivo è vincere, Jasi lo sa e non può accettare niente di meno.

 

 

3. REAL MADRID

foto euroleague.net

Out

Laprovittola (Barcellona),Reyes (ritirato), Garuba (Houston Rockets), Tyus (free agent), Spagnolo (Cremona).

In

Williams-Goss (Loko), Heurtel (Asvel), Yabusele (Asvel), Hanga (Barcellona).

Roster

Williams-Goss, Heurtel, Alocen

Llull, Carroll, Causeur, Nunez

Hanga, Abalde, Taylor, Fernandez

Randolph, Yabusele, Thompkins

Tavares, Poirier, Vukcevic

Coach

Pablo Laso (confermato)

Una stagione tribolatissima la scorsa per il Real, nella quale, pur decimati dagli infortuni (Randolph su tutti) e dalle fughe in direzione NBA (Campazzo e Deck), i Blancos hanno comunque fatto vedere i sorci verdi all’Efes nei quarti di Eurolega e perso la Liga solo in finale contro il Barcellona. Per evitare di ricascarci, stavolta Pablo Laso ha preteso di allungare il roster a dismisura. Inserito Vincent Poirier come vice-Tavares già sul finire della scorsa stagione, prelevato dall’Asvel Guerschon Yabusele per prevenire ricadute di Anthony Randolph e dare man forte a Trey Thompkins e aggiunto Adam Hanga a dare profondità allo già sconfinato reparto esterni, è la cabina di regia ad essere tutta nuova. L’emergente Carlos Alocen quest’anno dovrà sgomitare un bel po’ per ritrovare minuti con davanti Nigel Williams-Goss, tornato in Europa la scorsa stagione facendo faville al Lokomotiv Kuban, e Thomas Heurtel, sbarcato alla fine a Madrid dopo la telenovela della scorsa stagione sull’asse Barcellona-Villeurbanne. Questo Real è nel pieno di un cambio generazionale che per forza di cose andrà avanti ancora per qualche anno, per cui è interessante l’idea di iniziare la metamorfosi sin d’ora, provando a inserire anche nuovi teenager della floridissima cantera madridista (occhio al figlio d’arte Tristan Vukcevic). Ma meglio non scherzare coi senatori, se si chiamano Sergio Llull, Jaycee Carroll e Rudi Fernandez…

[Immaginate se Tavares iniziasse a segnare da tre…]

 

 

2. CSKA MOSCOW

Out

Hilliard (Bayern), Strelnieks (Zalgiris), Eric (Malaga).

In

Shved (Khimki), Grigonis (Zalgiris).

Roster

Shved, Hackett, Ukhov

Grigonis, Lundberg, Khomenko

Clyburn Kurbanov, Antonov

Shengelia, Bolomboy, Lopatin

Milutinov, Voigtmann, Ivlev

Coach

Dimitris Itoudis (confermato)

Pochi cambi, ma che cambi in casa Cska. I moscoviti avevano una voragine da riempire in un roster già ampiamente competitivo: quella lasciata dalla traumatica partenza di Mike James lo scorso inverno. La soluzione tampone si chiamò, all’epoca, Gabriel Lundberg ed ha funzionato tutto sommato egregiamente. Ma in estate la dirigenza russa ha voluto fare le cose in grande. E così ecco prima Marius Grigonis, consacratosi una delle migliori guardie d’Europa nelle sue stagioni allo Zalgiris e che rispetto al buon Janis Strelnieks è certamente un upgrade, e poi soprattutto Alexey Shved, il giocatore più si avvicina a Mike James per talento offensivo e range di tiro. Il resto è, sostanzialmente, invariato rispetto al recente passato. Ma se formalmente non ci sono altri acquisti, è chiaro che il ritorno a pieno regime di Nikola Milutinov sia da considerare come tale, visto che il pivot serbo, firmato la scorsa estate con un ricco triennale, si è fermato a fine gennaio per un infortunio alla spalla che ha messo fine alla sua prima stagione al Cska con larghissimo anticipo. Il buon Michael Eric ha fatto il suo per dare una mano almeno numericamente alle rotazioni di coach Dimitris Itoudis, ma con Milutinov l’Armata Rossa assume altra dimensione nel pitturato, con le capacità di rollante e intimidatore del lungo da Novi Sad. Se Shved (cui coprirà le spalle quella certezza che risponde al nome di Daniel Hackett) saprà essere l’uomo in più senza mandare fuori giri tutto il sistema, come a volte gli è capitato negli anni al Khimki, saranno dolori per tutti.


[Chissà se sono scaramantici a Mosca…]

 

 

1. ANADOLU EFES ISTANBUL

foto euroleague.net

Out

Sanli (Barcellona), Musa (Breogan).

In

Petrusev (Mega Soccerbet)

Roster

Micic, Larkin, Balbay

Beaubois, Tuncer, Gazi

Simon, Anderson, Saybir

Singleton, Moerman, Gecim

Dunston, Pleiss, Petrusev

Coach

Ergin Ataman (confermato)

Squadra che vince non si tocca. Ormai un mantra per l’Efes di Ergin Ataman, che completata la missione di salire sul tetto d’Europa proverà a calare un bis che manca da quello dell’Olympiacos dello scorso decennio. Per provarci, i birrai hanno riconfermato praticamente in blocco una squadra che è formalmente la stessa per la quarta stagione consecutiva: ben 10 giocatori su 15 c’erano già nella stagione 2018/2019 e sono ancora in biancoblu, compresi tutti i big, da Vasilje Micic (che ha rifiutato NBA e Cska per restare, con un robusto ritocco verso l’alto dell’ingaggio) a Shane Larkin, da Rodrigue Beaubois ad Adrien Moerman, da Bryant Dunston a James Anderson e via discorrendo. L’estate dei campioni d’Europa è stata turbata solo dalle partenze dell’ectoplasma Dzanan Musa (la promessa bosniaca è volata in Spagna, al Breogan, in cerca di riscatto) e del ben più importante Sertac Sanli, voluto fortemente da Jasikevicius per rinforzare il suo Barcellona dopo una sorprendente stagione nella quale si è mostrato abilissimo giocatore senza palla, ideale bersaglio per le creazioni di Micic e Larkin. Ma l’Efes non è rimasto con le mani in mano e ha rimpiazzato il pivot turco con Filip Petrusev, Mvp dell’ultima Lega Adriatica ma soprattutto uno dei più fulgidi talenti emergenti del basket serbo. Bagaglio offensivo sterminato, seppur in una fisicità tutta da costruire e una attitudine difensiva rivedibile, l’ex Gonzaga e Mega Soccerbet può essere il “glitch” di un sistema rodato e affiatato che può avere un solo problema: quello dell’appagamento. Ad Ataman, se non sarà impegnato a preparare il film sulla sua vita, a sponsorizzare la Fortitudo o ad allenare qualche squadra di calcio, il compito di tenere tutti sulla corda e far proseguire l’era dorata dell’Efes.

foto euroleague.net
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Marco Pagliariccio

Di Sant'Elpidio a Mare (FM), giornalista col tiro dalla media più mortifero del quartiere in cui abita, sogna di chiedere a Spanoulis perché, seguendo il suo esempio, non si fa una ragione della sua calvizie.

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